Riciclo degli indumenti, in Francia arriva il “bonus rammendo”
La segretaria di Stato per l’ecologia francese, Berangere Couillard, ha annunciato l’arrivo del “bonus rammendo”: uno sconto applicato direttamente sulla ricevuta della riparazione
Un “bonus rammendo” per riparare abiti e scarpe usati anziché comprarli nuovi: è la misura annunciata in Francia dalla segretaria di Stato per l’ecologia Berangere Couillard, per promuovere la “cultura del riuso” tra i consumatori e le realtà del settore tessile.
“Il provvedimento – si legge in un articolo de il Fatto Quotidiano – è stato dotato di un fondo da 154 milioni per il periodo 2023-2028 e sarà attivo a partire da ottobre“.
👞👕 [#BonusRéparation Textile]
Financée par la contribution des industriels du secteur, cette aide permettra de réduire la facture de vos réparations.
♻️À partir d’octobre, vous pourrez plus facilement faire réparer vos vêtements et chaussures plutôt que de racheter du neuf. pic.twitter.com/NOnSfumDZx— Bérangère Couillard (@BCouillard33) July 12, 2023
Come funziona il “bonus rammendo” francese?
Come spiegato da il Fatto Quotidiano, il bonus consiste in “uno sconto – variabile tra i 6 e i 25 euro, anche se le tariffe devono ancora essere emesse nel dettaglio – applicato direttamente sulla ricevuta della riparazione, a patto che l’artigiano sia munito dello specifico bollino emesso in qualità di certificazione dall’ente statale Refashion“.
Secondo Refashion, nel 2022 sono stati immessi sul mercato 3,3 miliardi di capi di abbigliamento, scarpe e biancheria per la casa. Obiettivo del “bonus rammendo” è, quindi, quello di “sostenere coloro che effettuano le riparazioni”, ha detto Couillard, che ha invitato “tutti i laboratori di cucito e i calzolai ad aderire al sistema”. Tra gli obiettivi anche “quello di obbligare i marchi a una maggiore tracciabilità e di sostenere finanziariamente le organizzazioni specializzate nel riutilizzo e nel riciclo degli indumenti”. (Fonte Sky tg24)
La misura si inserisce nell’ambito della legge “Antispreco e per l’economia circolare”, che “si articola in cinque assi principali: uscire dalla plastica usa e getta; informare meglio i consumatori; lotta allo spreco e per il riuso solidale; agire contro l’obsolescenza programmata; produrre meglio”.
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