Vendite al dettaglio in calo ad agosto, Associazioni: si spende di più per avere di meno

Vendite al dettaglio in calo ad agosto, Associazioni: si spende di più per avere di meno (foto Pixabay)

Nel mese di agosto 2023 calano, secondo le stime Istat, le vendite al dettaglio. Si registra, in particolare, un calo congiunturale in valore (-0,4%) e in volume (-0,5%). Sono in diminuzione sia le vendite dei beni alimentari (-0,2% in valore e -0,7% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (rispettivamente -0,3% e -0,4%).

Mentre su base tendenziale, ad agosto 2023, le vendite al dettaglio aumentano del 2,4% in valore e registrano un calo in volume del 4,1%. Le vendite dei beni alimentari crescono del 5,6% in valore e diminuiscono del 4,1% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari registrano una variazione negativa sia in valore (-0,3%) sia in volume (-4,2%).

“Ad agosto 2023 si registra una diminuzione congiunturale delle vendite al dettaglio sia in valore sia in volume per entrambi i settori merceologici. A livello tendenziale, si continua a registrare un aumento delle vendite in valore, determinato esclusivamente dal comparto alimentare, che si contrappone ad una diminuzione di quelle in volume“, commenta l’Istat.

Quanto ai canali di vendita, “ad agosto – spiega l’Istat – il valore delle vendite è in crescita in tutte le forme distributive ad eccezione delle imprese operanti su piccole superfici. È ancora la grande distribuzione non specializzata a prevalenza alimentare, soprattutto i discount, a registrare l’aumento più significativo, mentre le vendite degli esercizi non specializzati a prevalenza non alimentare sono in diminuzione“.

Vendite al dettaglio, UNC: di male in peggio

“Di male in peggio. Su base mensile non scendono solo le vendite in volume, ma anche quelle in valore” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando le stime Istat.

“Per le vendite su base annua gli italiani continuano a spendere di più per colpa dell’inflazione ma a comperare di meno. Le vendite in volume, infatti, proseguono nella loro discesa, con quelle alimentari che segnano un divario su base annua pari a 9,7 punti percentuali tra quelle in valore (+5,6%) e quelle in volume (-4,1%). Un baratro, una dieta dimagrante obbligata, imposta dalla difficoltà di arrivare a fine mese”, prosegue Dona.

 

Vendite al dettaglio in calo ad agosto, Associazioni: si spende di più per avere di meno
Foto Pixabay

 

Secondo lo studio dell’associazione, se si traduce in euro il calo dei volumi consumati su agosto 2022, le spese alimentari per una famiglia media scendono, su base annua, di 231 euro a prezzi del 2021, quelle non alimentari di 676 euro, per un totale di 907 euro. Una coppia con 2 figli acquista 315 euro in meno di cibo e 932 euro di beni non alimentari, per una cifra complessiva di 1247 euro. Per una coppia con un figlio sono 285 euro in meno per mangiare, 1133 euro complessive.

“Invece di fare gli spot sul Trimestre anti-inflazione, il Governo farebbe meglio a fare qualcosa di utile per combattere il carovita. Ci si domanda, ad esempio, perché per questo quarto trimestre non abbiano consentito ai negozianti, come da noi richiesto, di poter fare offerte sottocosto libere, togliendo il vincolo di legge di non poterne fare più di 3 all’anno e per massimo 10 giorni”, conclude Dona.

Adoc: l’inflazione aumenta le disuguaglianze

“I dati ISTAT pubblicati oggi confermano le nostre preoccupazioni sul devastante impatto che l’inflazione ha sulle famiglie italiane, che denunciamo da tempo: nonostante il calo delle vendite, a causa del caro prezzi, si spende di più per avere di meno e si ricorre sempre più al discount“, commenta Anna Rea, presidente di Adoc nazionale.

“Ad allarmare – afferma Rea – sono soprattutto i risvolti negativi che il caro prezzi ha sulla salute delle persone, oltre che sui bilanci già falcidiati dal caro mutui, dagli alti costi dell’energia, del gas e del carburante. Un fenomeno che genera una spirale negativa e che colpisce in modo significativo le persone più vulnerabili, aumentando le disuguaglianze sociali ed economiche nel nostro Paese”.

“Le famiglie sono alle porte di un inverno difficile da affrontare e il “trimestre salva spesa” non è sufficiente a proteggere i consumatori e far recuperare loro il potere d’acquisto. Occorre costruire, insieme alle Associazioni dei Consumatori, un paniere realistico dei beni di prima necessità, attivare controlli sui territori, intervenire sui prezzi di listino. È fondamentale, poi, ridurre i costi dell’energia prevedendo, già nella prossima finanziaria, l’eliminazione di accise e oneri impropri che porteranno ad ulteriori rincari. Occorre intervenire subito per aiutare la maggioranza delle famiglie, non solo le fasce più povere, rimpinguando salari e pensioni”, conclude Rea.


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