Giornata dell’ambiente, sos clima: aumentano gli eventi meteo estremi
In Italia nei primi cinque mesi del 2023 gli eventi meteo estremi sono aumentati del 135% rispetto al 2022. Nella giornata dell’ambiente, l’sos clima rilanciato da Legambiente
Nella Giornata mondiale dell’ambiente è sempre sos clima. E il campanello d’allarme in Italia suona con la tendenza alla crescita degli eventi climatici estremi. Sono 122 solo nei primi mesi di quest’anno e gli allagamenti da piogge intense sono al primo posto, con un aumento dell’87,5% rispetto allo stesso periodo del 2022. Per la Giornata dell’ambiente di oggi, Legambiente ha diffuso i nuovi dati del suo Osservatorio Città Clima, per sottolineare l’sos che arriva dall’ambiente e dal clima.
Tendenza alla crescita per gli eventi estremi
Gli eventi climatici estremi continuano ad aumentare.
“Solo in Italia dall’inizio 2023 sono aumentati del +135% rispetto a quelli di inizio 2022 – spiega Legambiente – In particolare, nella Penisola, da gennaio a maggio, si sono registrati 122 eventi estremi contro i 52 degli stessi mesi del 2022. Gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza con 30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022, segnando così un +87,5%. Inoltre, da inizio anno sono sei le regioni più colpite da eventi climatici estremi: Emilia-Romagna (36), Sicilia (15), Piemonte (10), Lazio (8), Lombardia (8), Toscana (8)”.
Politiche climatiche ambiziose
Dall’sos clima rilanciato oggi torna la richiesta al Governo di politiche climatiche più ambiziose. Tre le azioni sollecitate dall’associazione: approvazione del Piano di adattamento al clima, aggiornamento entro giugno del Pniec ( Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) e una legge contro il consumo di suolo.
A livello europeo, per Legambiente serve un “Patto di solidarietà per il clima” fra Paesi industrializzati, emergenti e in via di sviluppo per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale. Con l’impegno dei Paesi industrializzati di sostenere finanziariamente l’azione climatica dei Paesi più poveri ed anticipare al 2040 il raggiungimento di zero emissioni nette.
Bisogna invertire la rotta, dichiara il presidente nazionale Legambiente Stefano Ciafani. «L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia-Romagna e le Marche, ma anche le violente piogge che si sono abbattute in questi ultimi giorni in Sardegna e in altre regioni d’Italia sono l’ennesima dimostrazione di quanto la crisi climatica stia accelerando il passo causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane».
Legambiente chiede al Governo Meloni “un’assunzione di responsabilità”.
«Ora bisogna voltare pagina – prosegue Ciafani – e i primi strumenti per farlo sono proprio il piano di adattamento al clima e le risorse per attuarlo, l’aggiornamento del PNIEC, una legge contro il consumo di suolo. Senza dimenticare che il Paese ha bisogno di più politiche territoriali di prevenzione e campagne informative di convivenza con il rischio. Solo così si potrà evitare che l’ultima tragedia sia la penultima e che il Paese rincorra sempre l’emergenza».
Piano di adattamento al clima, Pniec e legge sul suolo
Sono tre, come detto, le azioni considerate urgenti per l’Italia.
Il primo è l’approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, ancora in standby dopo la fase di VAS (valutazione ambientale strategica) avviata dal governo alla fine dello scorso anno dopo la tragedia di Ischia. Con esso servono le risorse economiche per attuarlo.
Il secondo passaggio è il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). L’Italia, insieme agli altri Stati membri dell’Unione Europea, entro la fine di giugno deve aggiornarlo. Si tratta, spiega Legambiente, di uno “strumento fondamentale per mettere in campo, nei prossimi anni cruciali da qui al 2030, un’ambiziosa azione climatica europea e nazionale in grado di contribuire a contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C e fronteggiare l’emergenza climatica”.
Altra richiesta, rinnovata da più parti proprio davanti alle conseguenze dell’alluvione in Emilia-Romagna, è l’approvazione di una legge sul consumo di suolo. Legambiente ricorda che “la proposta di legge, il cui iter legislativo è iniziato nel 2012, è bloccata in Parlamento dal 2016, quando fu approvata dalla Camera dei deputati, prevedendo di arrivare a quota zero, cioè a non cementificare un metro quadro in più, entro il 2050”.