Glifosato, la Commissione UE propone il rinnovo dell'autorizzazione per 10 anni

Glifosato, la Commissione UE propone il rinnovo dell'autorizzazione per 10 anni (foto Pixabay)

La Commissione UE ha pubblicato oggi la proposta di rinnovare l’autorizzazione, per 10 anni, dell’erbicida glifosato. Gli Stati membri discuteranno la proposta il 22 settembre e voteranno il 12 ottobre.

“La proposta – si legge in una nota Ansa – prevede il divieto dell’uso della sostanza per il disseccamento del raccolto, pratica invalsa in alcuni Paesi Ue e non Ue grandi produttori di cereali. Per altri usi in pre-raccolta, starà allo Stato membro decidere se sono in linea con le buone pratiche”. Inoltre, “per ridurre la dispersione della sostanza la Commissione propone fasce tampone nei campi di almeno 5-10 m. Gli Stati membri dovranno garantire anche che l’uso di prodotti fitosanitari contenenti glifosato sia ridotto al minimo o vietato in parchi e giardini pubblici“.

“I regolatori si stanno muovendo a tutta velocità senza ascoltare le preoccupazioni dei cittadini e la scienza indipendente. Gli interessi dell’industria prevalgono chiaramente sulla salute e sull’ambiente – ha dichiarato la Dott.ssa Angeliki Lysimachou, Responsabile Scienza e Politica presso PAN Europe -. La legge UE sui pesticidi è stata violata e i cittadini di tutti i paesi dell’UE saranno indignati da questa notizia”.

Infatti – sottolinea il Pesticide Action Network Europe – “cinque anni fa un milione di cittadini chiesero formalmente il divieto e un recente sondaggio d’opinione IPSOS in 6 paesi dell’UE mostra che solo solo il 14% dei cittadini è d’accordo con un uso prolungato“.

Glifosato, la petizione di Greenpeace

In vista della discussione sul rinnovo dell’autorizzazione all’impiego dell’erbicida nell’Unione Europea, pochi giorni fa Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere al governo Meloni di votare contro la nuova autorizzazione.

“Questo erbicida, brevettato dalla Monsanto e commercializzato da aziende come la Bayer – si legge nella petizione – è stato introdotto in agricoltura negli anni ‘70 del secolo scorso ed è il più usato a livello mondiale. È una delle principali cause di contaminazione delle acque, con impatti sulla biodiversità. Inoltre, studi sempre più numerosi evidenziano i rischi del glifosato per la salute umana: è stato classificato come probabile cancerogeno per gli esseri umani”.

In particolare, Greenpeace ha citato la posizione dello Iarc, che nel 2015 aveva invece classificato il glifosato come «probabilmente cancerogeno per gli esseri umani» e ha riportato anche la posizione di numerosi studi indipendenti, che hanno evidenziato diversi effetti negativi del glifosato sull’ambiente e sulla salute umana. Ma ha citato anche la posizione dell’Efsa, che lo scorso luglio ha reso nota la sua valutazione del rischio sul glifosato, riscontrando allo stesso tempo l’assenza di “aree critiche di preoccupazione” e “lacune dei dati”.

L’Organizzazione ambientalista, inoltre, ha richiamato l’attenzione sul nuovo rapporto di Générations Futures, secondo cui l’EFSA e l’ECHA (l’Agenzia europea per le sostanze chimiche), nelle loro valutazioni, non hanno tenuto conto di una serie di studi scientifici sugli effetti negativi del glifosato, e sul rapporto consultivo scientifico del Consiglio Superiore di Sanità del Belgio del 2020, secondo cui “esistono prove sufficienti per vietare l’utilizzo dell’erbicida“.


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