Green Economy in Italia: difficoltà, ritardi e pochi dati positivi
Oggi il punto della situazione sull’Italia delle green economy, presentata in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2023
Lo stato di salute della green economy in Italia registra difficoltà, ritardi, e pochi dati positivi: è quanto emerso dalla Relazione sullo Stato della Green Economy presentata in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2023.
“La decarbonizzazione – secondo l’analisi – non è in linea rispetto ai nuovi target europei. Le emissioni di gas serra sono aumentate dal 2019 al 2022. Nel 2022 l’energia rinnovabile è diminuita e il trend non è al passo con gli obiettivi europei. Buono il livello per il tasso di riciclo dei rifiuti. Il tasso di utilizzo di materia proveniente dai rifiuti, pur restando positivo, è diminuito. L’Italia è al diciannovesimo posto nella Ue per le aree protette di terra”.
Questo il quadro illustrato nella Relazione presentata agli Stati Generali della Green Economy 2023, il summit verde organizzato dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 68 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il MASE e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, e dedicato quest’anno a “L’economia di domani: una green economy decarbonizzata, circolare e rigenerativa”.
Green Economy, il punto su clima ed energia
Dal 2015 al 2022 le emissioni nette di gas serra sono state ridotte solo del 4% e dal 2019 al 2022 sono aumentate del 2%. La riduzione delle emissioni in atto nella prima parte del 2023 – per ragioni climatiche e di rallentamento dell’economia – non basta ad allinearci con l’accelerazione richiesta dai target europei, osserva il Raporto.
Nel 2022 l’energia rinnovabile è diminuita dal 21 del 2021 al 19% del fabbisogno: il trend, quindi, è molto lontano dal target del 40% al 2030. Nel 2022 le rinnovabili elettriche sono calate dal 41% del 2021 al 35,6% della richiesta.
Nel 2022 sono stati installati 3 GW di nuovi impianti per rinnovabili elettriche: in aumento rispetto alla media molto bassa degli ultimi anni, ma con l’aumento in corso, l’Italia è ancora ben lontana dai 10/12 di GW annui di nuove rinnovabili che servirebbero per mettersi al passo con i target europei al 2030 e in ritardo rispetto agli altri grandi Paesi europei.
Quanto all’economica circolare, secondo quanto emerso dalla Relazione sullo Stato della Green Economy, la produttività delle risorse nel 2022 è ancora fra le migliori nell’UE, al 3,3 euro di PIL per Kg di risorsa consumata, ma è in calo rispetto ai 3,5 del 2019. La percentuale del riciclo di tutti i rifiuti nel 2020 è stata ad un buon livello: del 72 %, a fronte di una media europea del 58%.
Nel 2021 il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo è stato pari al 18,4%, un buon livello rispetto alla media europea, ma di diminuzione rispetto al 2020. Si segnalano, infine, nel 2023 rilevanti difficoltà nel mercato di alcune materie prime seconde, in particolare di quelle plastiche.
La tutela del capitale naturale
Benché l’Italia sia ricca di biodiversità – si legge nel rapporto – tutela nel complesso solo il 21,4% del proprio territorio e il 6,9% del proprio mare, valori inferiori alla media della UE del 26,4% e del 12,1%. Per le aree protette a terra siamo al 19°posto nella Ue.
Il monitoraggio ha evidenziato, quindi, uno stato di conservazione sfavorevole del 54% della flora, del 53% della fauna e l’89% degli habitat terrestri tutelati dalla Direttiva Habitat.