Il consumo di suolo avanza. E si mangia quasi 2,5 metri quadrati al secondo (Foto Pixabay)

Il consumo di suolo avanza. Nonostante le parole d’ordine del green deal, della transizione ecologica e della lotta alla crisi climatica, in un anno l’Italia ha consumato altri 77 kmq di suolo, il 10% in più del 2021. Il paese consuma e impermeabilizza suolo al ritmo di quasi 2,5 metri quadrati al secondo.

Consumo di suolo, città troppo calde

Fra i suoi effetti, il consumo di suolo rende le città più calde. Nei principali centri urbani italiani, la temperatura cresce all’aumentare della densità delle coperture artificiali, raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 °C nelle aree più sature e seguendo andamenti diversi a seconda delle caratteristiche del territorio circostante.

In media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4°C d’estate con massime di 6°C a Firenze e di oltre 8°C a Milano.

È quanto evidenzia il Rapporto “Il consumo di suolo in Italia 2023”, pubblicato dall’Ispra e a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Insieme al rapporto è stato pubblicato anche l’Atlante nazionale del consumo di suolo.

Il consumo di suolo accelera

“Arrestare il consumo di suolo nel nostro Paese permetterebbe di fornire un contributo fondamentale per affrontare le grandi sfide poste dai cambiamenti climatici, dal dissesto idrogeologico, dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, dal diffuso degrado del territorio, del paesaggio e dell’ecosistema, dalla perdita di biodiversità. In questo contesto, anche in considerazione della disomogeneità delle azioni sul territorio, sarebbe importante arrivare all’approvazione di una legge nazionale sul consumo di suolo conforme agli indirizzi europei”, si legge sull’Atlante nazionale del consumo di suolo 2023 nella presentazione, a cura di Stefano Laporta, presidente Ispra e Snpa, e Maria Siclari, direttore generale Ispra.

“Il monitoraggio del consumo di suolo a cura di ISPRA e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente conferma, tuttavia, una significativa accelerazione del consumo di suolo, che arriva a sfiorare i 2,5 metri quadrati al secondo nel 2022, interessando quasi 77 chilometri quadrati in un solo anno, il 10% in più rispetto all’anno precedente”.

Consumo di suolo, i numeri del fenomeno

E se questo è il quadro d’insieme, altri dati evidenziano le conseguenze del consumo di suolo. Questo incide sull’esposizione dei cittadini al rischio idrogeologico: sono oltre 900 in un solo anno gli ettari di territorio nazionale reso impermeabile nelle aree a pericolosità idraulica media. Il consumo di suolo provoca la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole eliminando in 12 mesi altri 4.500 ettari, il 63% del consumo di suolo nazionale.

I costi nascosti ad oggi dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici ricalcolati in base ai nuovi dati ammontano a 9 miliardi di euro ogni anno a causa della perdita di suolo rilevata tra il 2006 e il 2022.

Il consumo di suolo, prosegue l’Ispra, continua a trasformare il territorio nazionale. Al 2022 la copertura artificiale si estende per oltre 21.500 km2, il 7,14% del suolo italiano (7,25% al netto di fiumi e laghi). I cambiamenti dell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese: nella pianura Padana, nella parte lombarda e veneta e lungo la direttrice della via Emilia, tutta la costa adriatica, in particolare in alcuni tratti del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese.

Il 13% del consumo di suolo totale ricade nelle aree a pericolosità idraulica media, dove il 9,3% di territorio è ormai impermeabilizzato. Nell’ultimo anno, oltre il 35% del consumo di suolo totale si trovare in aree a pericolosità sismica alta o molta alta. Infine, il 7,5% è nelle aree a pericolosità da frana.

Fra le principale cause di consumo di suolo in Italia ci sono la logistica e la grande distribuzione organizzata che toccano il massimo dal 2006 con un picco di crescita superiore ai 506 ettari. Le grandi infrastrutture rappresentano l’8,4% del consumo totale, mentre gli edifici realizzati negli ultimi 12 mesi su suoli che nel 2021 erano agricoli o naturali sfiorano i 1.000 ettari, il 14% delle nuove superfici artificiali. Ci sono 948 ettari (il 13,4%) in più per piazzali, parcheggi e altre aree pavimentate, mentre le aree estrattive consumano 385 ettari di suolo in un anno, pari al 5,4% del totale. Per l’installazione a terra di impianti fotovoltaici si sono resi necessari quasi 500 ettari di terreno, 243 dei quali rientrano nella classificazione europea di consumo di suolo.


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