Inquinamento atmosferico, WWF: il 99% della popolazione mondiale respira aria non sicura
L’inquinamento atmosferico è un grande problema di salute pubblica. La popolazione mondiale respira aria non sicura e ogni anno ci sono quasi 7 milioni di morti premature associate alla cattiva qualità dell’aria. I bambini sono i più vulnerabili. Il report WWF “Non c’è salute in un ambiente malato”
Il 99% della popolazione mondiale respira aria non sicura. L’inquinamento atmosferico, attraverso contaminazione dell’aria ambientale o domestica, è un grande problema di salute pubblica ed è associato a “quasi 7 milioni di morti premature all’anno. Di questi, l’85% è attribuibile a malattie non trasmissibili, tra cui la cardiopatia ischemica, l’ictus, il cancro ai polmoni, l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e il diabete , solo per citare le malattie e le patologie per le quali la letteratura mostra le evidenze più solide. Ciò rende l’inquinamento atmosferico la seconda causa di malattie non trasmissibili, dopo il tabacco”.
È l’allarme lanciato dal WWF che ha pubblicato il report “Non c’è salute in un ambiente malato: inquinamento e inquinanti. Aria” che segue una prima parte dedicata all’acqua.
Inquinamento atmosferico, emergenza sanitaria mondiale
Il punto di partenza del report è che l’inquinamento atmosferico è “la principale causa ambientale di malattie e morti premature nel mondo, in Europa e in Italia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica l’inquinamento atmosferico come una “emergenza sanitaria pubblica globale”, poiché il 99% della popolazione mondiale respira aria non sicura”.
Particolarmente a rischio sono i bambini, i soggetti più colpiti.
“L’inquinamento atmosferico causa la morte di oltre 700.000 bambini sotto i 5 anni, il 15% di tutte le morti in questa fascia d’età – ricorda il dossier – Inoltre, la scarsa qualità dell’aria aumenta il rischio di aborti spontanei, nascite premature, basso peso alla nascita, diminuzione delle capacità cognitive, alterazioni comportamentali e al sistema riproduttivo”.
Nel 2021 l’inquinamento atmosferico è diventato secondo solo alla malnutrizione come fattore di rischio di mortalità per i bambini al di sotto dei 5 anni.
Il WWF ha pubblicato il report in vista di Urban Nature, la festa della natura in città, in programma il 28 e 29 ottobre.
Il pericolo smog in Italia
Oltre il 70% dei cittadini europei, ricorda l’associazione, vive in aree urbane, dove l’alta densità di popolazione e le attività economiche causano elevati livelli di inquinamento atmosferico. Gli inquinanti che oggi rappresentano il maggiore problema per la salute pubblica includono il particolato fine (PM), il monossido di carbonio (CO), l’ozono (O3), il biossido di azoto (NO2) e il biossido di zolfo (SO2).
Spiega il WWF: “In Europa, l’esposizione al PM2,5 ha causato 253.000 morti premature, 52.000 sono le morti correlate all’esposizione a NO2 e 22.000 quelle O3, per un totale di quasi 330.000 decessi. In Italia, gli stessi inquinanti causano 63.000 morti, con il PM2,5 che da solo contribuisce a 47.000 decessi siamo il secondo Paese in Europa per numero di morti premature a causa di questo inquinante”.
La Pianura Padana è fra le regioni più inquinate d’Europa: solo qui si stimano 39 mila decessi. La Lombardia, con 121 morti premature per il PM2,5 ogni 100.000 abitanti, è la regione più inquinata dal particolato, seguita da Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna (tutte e tre al di sopra del dato medio nazionale di 79 morti/100.000 abitanti).
Politiche e strategie di intervento finora seguite non sono sufficienti. Per il WWF è necessaria “una migliore tutela del diritto all’aria pulita”.
“Per raggiungere quest’obiettivo serve lo sforzo di tutti – spiega il WWF – Le istituzioni devono impegnarsi per allinearsi alle soglie fissate dalle nuove raccomandazioni dell’OMS e al tempo stesso finanziare progetti che puntano a rendere più pulita la nostra aria. Le aziende a loro volta devono adottare le migliori tecnologie disponibili (BAT, Best available technologies) con particolare attenzione agli impatti sulla salute, agli ecosistemi e alle catene del valore di produzione-consumo. Anche i cittadini possono fare la loro parte, per esempio, scegliendo i mezzi di trasporto più sostenibile e curando e ampliando gli spazi verdi delle zone in cui vivono. La biodiversità è uno dei nostri più preziosi alleati”.