Rifiuti, Cittadinanzattiva: bassa la raccolta differenziata di Raee, oli esausti e tessili

Rifiuti, Cittadinanzattiva: bassa la raccolta differenziata di Raee, oli esausti e tessili (Foto di GreenStar da Pixabay)

Si paga di più dove si differenzia meno: a Catania ad esempio – capoluogo di provincia più caro – una famiglia paga in media per i rifiuti 594€ l’anno (la media nazionale è di 320 euro), e la raccolta differenziata è ferma all’11,3% (rispetto al 64% della media nazionale). Al contrario, Udine si attesta come provincia meno cara, con una spesa media di 181€, e un livello di raccolta differenziata al 70,7%, ben oltre la media nazionale. Allo stesso buon livello Brescia dove, a fronte di 195€ di spesa, si differenzia il 70,4% dei rifiuti.

I nuovi dati emergono dal Rapporto dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva che, dopo aver fornito nei giorni scorsi un quadro dettagliato delle tariffe applicate nei capoluoghi di provincia, diffonde oggi il Report complessivo, che contiene anche i dati sui livelli di raccolta differenziata in ambito regionale e provinciali e sulla raccolta di particolari categorie di rifiuti come Raee, oli e tessili. Il rapporto è realizzato nell’ambito del progetto “Vita da generazione spreK.O.”, finanziato dal MIMIT.

La raccolta differenziata in Italia

A livello di aree geografiche il Nord si posiziona al primo posto (71% di rifiuti differenziati), seguito da Centro (60,4%) e dal Sud (55,7%). A superare l’obiettivo del 65% previsto già dal 2012 sono il Veneto (76,2%), la Sardegna (74,9%), la Lombardia (73%), il Trentino Alto Adige (72,6%), l’Emilia Romagna (72,2%), le Marche (71,6%), il Friuli Venezia Giulia (67,9%), l’Umbria (66,9%), il Piemonte (65,8%). Fanalino di coda la Sicilia con appena il 46,9%.

Guardando ai singoli capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (55%), con oramai 11 anni di ritardo. Volano con percentuali prossime o superiori all’80% Belluno, Ferrara, Forlì, Lucca, Mantova, Nuoro, Oristano, Parma, Pordenone, Reggio Emilia, Trento, Treviso. Le più riciclone sono Treviso (87,5% e Ferrara (87,3%), le meno Catania (11,3%) e Palermo (13,6%). In 21 capoluoghi di provincia i tassi di raccolta differenziata sono ancora al di sotto del 50%, un obiettivo che andava raggiunto già nel 2009.

Vivere in una città pulita ci fa anche spendere meno. Questo dovrebbe essere un buon incentivo per tutti, cittadini ed amministrazioni – commenta Tiziana Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva -. Occorre investire meglio, però, anche sul riciclaggio dei rifiuti urbani, perché a fronte di un livello medio nazionale di raccolta differenziata pari al 64%, la percentuale di riciclaggio si ferma al 48,1%. Continuiamo a smaltire in discarica in media il 19% dei rifiuti urbani prodotti, percentuale che supera il 30% in diverse regioni e arriva al 51% in Sicilia”.

 

Rifiuti, Cittadinanzattiva: bassa la raccolta differenziata di Raee, oli esausti e tessili
Rifiuti urbani

 

Emerge, quindi, la necessità di implementare le iniziative orientate alla prevenzione nella produzione dei rifiuti nonché al riciclo; al momento l’83% dei capoluoghi prevede incentivi o altre azioni per agevolare l’auto compostaggio presso le utenze domestiche. Tali misure – spiega Cittadinanzattiva – si traducono essenzialmente nella riduzione della tariffa rifiuti (91% dei casi), nella distribuzione gratuita della compostiera (63% dei casi) e nell’organizzazione di corsi gratuiti di compostaggio domestico (12% dei casi).

Basso il livello di raccolta per RAEE, rifiuti tessili e oli esausti

Per quanto riguarda le apparecchiature elettriche ed elettroniche, i rifiuti tessili e gli oli esausti, il livello di raccolta differenziata è basso. Secondo l’associazione occorre, quindi, migliorare la conoscenza dei cittadini su dove smaltirli. Cittadinanzattiva, con il supporto di Junker, ha realizzato un breve sondaggio per testare la conoscenza dei cittadini sul corretto conferimento delle citate tipologie di rifiuti e sull’organizzazione del servizio di raccolta nelle rispettive località. I rispondenti sono stati oltre 10.000.

Per quanto riguarda i RAEE, nel 2022 in Italia ne sono state raccolte poco più di 361 mila tonnellate, con una flessione del 6,2% rispetto al 2021; la media pro-capite di raee raccolti, già al di sotto della media europea (10 chili annuali) passa dai 6,46 chili del 2021 ai 6,12 del 2022. Dal sondaggio emerge che c’è ormai una conoscenza diffusa relativa alla tipologia di rifiuto e alle modalità di conferimento (il 78% circa conosce i punti di conferimento della propria zona). Inoltre, nel 2023 migliora la valutazione riguardo i punti di conferimento RAEE disponibili nella propria zona. Ciò nonostante, solo poco più della metà dei rispondenti dichiara di aver conferito un RAEE con modalità “Uno contro uno” e solo il 33% con modalità “Uno contro zero”.

In tema di oli esausti, è emerso che ogni italiano in un giorno getta in media 20 gr di oli e grassi nelle acque reflue urbane, per un totale di circa 1.200 tonnellate al giorno. In effetti in Italia l’obbligo di raccolta dell’olio esausto vegetale vige soltanto per gli esercizi commerciali di ristorazione e non per i cittadini. Anche nel caso degli oli esausti alimentari, i cittadini hanno una buona conoscenza, in aumento rispetto alla precedente edizione, sulla corretta modalità di conferimento (87,9%) e sulla presenza di punti di conferimento nella loro zona di residenza (80,7%).

Per quanto riguarda, infine, i rifiuti tessili, Cittadinanzattiva ricorda che in Italia dal primo gennaio 2022 è in vigore l’obbligo di raccoglierli in modo differenziato, stabilito dal decreto legislativo 116/2020. Ma i livelli di raccolta differenziata dei tessili restano ancora molto bassi rispetto alle altre tipologie di rifiuti differenziati (0,8%); dal sondaggio emerge in effetti che i cittadini conoscono meno come e dove smaltire questa tipologia di rifiuti rispetto ai RAEE e agli olii esausti (circa il 71% conosce le corrette modalità di conferimento e circa il 64% conosce i punti di conferimento).


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