L’Istat conferma le stime preliminari: ad aprile l’inflazione si è attestata a più 0,4% rispetto al mese di marzo e di più 1,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In particolare, gli aumenti congiunturali maggiori si sono verificati per Trasporti (più 1,3%), Servizi ricettivi e di ristorazione (più 1,0%) e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più 0,5%); variazioni nulle si sono registrate per Prodotti alimentari e bevande analcoliche e Comunicazioni. Rispetto allo scorso anno, gli aumenti più elevati vedono al primo posto ancora i Trasporti (più 5,5%), seguiti da Altri beni e servizi (più 2,8%) e Istruzione (più 2,5%); una variazione nulla si è registrata nei Servizi sanitari e spese per la salute; variazioni tendenziali negative si sono verificate per Comunicazioni (meno 0,7%) e Prodotti alimentari e bevande analcoliche (meno 0,2%).

Per i Consumatori, si tratta di una crescita "grave" e di "un dato assurdo, in pieno contrasto con le più ovvie regole di mercato". È quanto commentano Federconsumatori e Adusbef ricordando la contrazione del 3% dei consumi nel 2009 e l’andamento economico che "risente ancora fortemente degli effetti dell’onda lunga di cassa integrazione e licenziamenti, ai quali si affiancano, ora, anche le pesanti ripercussioni che la crisi greca avrà anche sulla nostra economia".

L’aumento dell’inflazione, affermano le due associazioni, "non solo è estremamente grave, ma desta anche forte preoccupazione, dal momento che avrà pesanti ricadute, sia sul benessere delle famiglie, che con l’inflazione a questi livelli, dovranno far fronte a maggiori spese di 450 euro annui, sia sull’economia del nostro Paese, che continuerà a subire le conseguenze della contrazione della domanda interna"

"Non si possono e non si devono rimandare oltre degli interventi determinati, da parte di chi ha responsabilità di Governo, per avviare una vera ripresa dell’economia", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti Federconsumatori e Adusbef. Le due associazioni tornano a sottolineare le proposte avanzate da tempo: detassazione per reddito fisso di almeno 1200 euro l’anno; provvedimenti che blocchino le speculazioni; blocco delle tariffe; applicazione immediata dei provvedimenti previsti dal protocollo sui carburanti.

Un fattore chiave è rappresentato dai rincari nel settore dei carburanti. Anche l’Adoc sottolinea dunque la necessità di accelerare i tempi di attuazione del protocollo di riforma, perché rispetto al 2009 un pieno costa ormai 11 euro in più. "L’emergenza benzina, confermata anche dai dati Istat, impone l’accelerazione sui tempi della riforma o si rischia di peggiorare una situazione già grave – dichiara Carlo Pileri, presidente dell’associazione – oggi per un pieno occorrono 11 euro in più rispetto allo scorso anno, dato che il prezzo al consumo di un litro di verde è aumentato dell’18,1%. Il protocollo di riforma della rete distributiva deve essere urgentemente applicato, prevedendo una Commissione super partes, con al suo interno rappresentanti delle Associazioni dei consumatori, in grado di valutare la congruità dei prezzi settimanali in piena autonomia". Il calo degli alimentari dello 0,1% per l’associazione deriva invece dal calo degli acquisti: "E’ positivo il ribasso dei prodotti alimentari, ma deriva in gran parte dal calo degli acquisti degli stessi – continua Pileri – per risparmiare le famiglie tendono a ridurre la spesa alimentare e, secondo un nostro sondaggio, sono in aumento del 12% i consumatori che si sono creati un orto "fai-da-te" nel giardino o sui balconi, per risparmiare fino a 300 euro l’anno, soprattutto sull’acquisto delle verdure".

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