Codici: azione inibitoria contro i contratti-trappola delle auto a noleggio
Vessatorie. È il giudizio dell’Associazione Codici in merito ad alcune clausole contenute nei contratti che diverse società di auto a noleggio sottopongono ai propri clienti. Nel mirino, in particolare, i passaggi legati alle multe in cui possono incappare i guidatori.
“Una ventina di aziende internazionali”, spiega Marco Malandrucco di Codici, “sottopongo ai propri clienti clausole contrattuali che, per quanto riguarda le sanzioni, contrastano con quanto prevede la legge. Secondo la normativa, in caso di multa una società ha 60 giorni di tempo per comunicare i dati del conducente al Comune nel cui territorio è stata commessa l’irregolarità, con l’Ente Locale che poi ha 90 giorni per avvisare l’automobilista dell’infrazione. Per fare questo passaggio, questa semplice comunicazione, molte società applicano per i propri clienti un’ulteriore tariffa che varia dai 20 ai 90 euro, a prescindere dal fatto che la multa sia o meno giusta. Si tratta di una somma che, oltre ad essere eccessiva, è palesemente ingiusta, in quanto ne viene preteso il pagamento anche laddove il cliente dimostri l’infondatezza della sanzione e non sia, pertanto, a lui imputabile lo svolgimento di tale ulteriore attività da parte della società di noleggio. Utilizzando clausole dal tenore letterale ambiguo, alcune società sembrano inoltre riservarsi il diritto di pagare la sanzione, in questo modo precludendo definitivamente l’impugnazione della multa, per poi rivalersi sul cliente”.
Sono circa una ventina le aziende internazionali coinvolte in una pratica che, per l’Associazione Codici, rappresenta un’ingiustizia nei confronti dei consumatori.
“Abbiamo avviato un’azione inibitoria”, dichiara l’Avvocato di Codici Carmine Laurenzano, “affinché le clausole sulle multe contenute nei contratti vengano dichiarate vessatorie. Chiediamo alle aziende di adeguarsi alla legge, rispettandola, di eliminare o almeno ridurre le spese extra previste per le sanzioni e di rendere più chiare clausole che, in alcuni casi, sono estremamente confuse, il tutto a vantaggio della società e a danno del consumatore”.

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