Didattica a distanza

Da oggi quasi 7 milioni di studenti in dad

Si fa presto a dire didattica a distanza. L’organizzazione che la scuola si è data durante l’emergenza ha permesso di proseguire lo studio ma non ha raggiunto tutti gli studenti. Molti sono rimasti indietro. Molti sono “spariti” e non hanno partecipato alle videolezioni.

L’esclusione degli studenti dalla didattica a distanza è uno dei problemi più grandi che la scuola deve affrontare. Riguarda quasi la metà degli studenti che non partecipano alle videolezioni per motivi diversi, fra cui l’inadeguata connessione internet e la condivisione dello stesso dispositivo, pc o tablet, con altri componenti della famiglia.

 

esclusione didattica a distanza
Esclusione didattica a distanza. Fonte: Cittadinanzattiva 2020

 

Didattica a distanza ed esclusione degli studenti

Il dato emerge dal sondaggio civico promosso da Cittadinanzattiva sulla didattica a distanza, che ha coinvolto 1245 persone fra genitori, insegnanti e studenti.

Dall’indagine emerge che il 92% delle scuole ha attivato la didattica a distanza, per lo più con lezioni in diretta su varie piattaforme (85%) e una durata media a lezione fra i 40 e i 60 minuti (69%). È complessivamente buona la valutazione del lavoro svolto dai docenti in questa nuova veste (per il 60% dei rispondenti).

Si conferma però la grande questione della esclusione di tanti studenti che, soprattutto per mancanza di device, per inadeguata connessione e in parte anche per condizioni familiari difficili, non partecipano alle videolezioni. È una condizione segnalata nel 48% dei casi.

I motivi della mancata partecipazione alla didattica a distanza sono soprattutto connessione inadeguata (48,5%), condivisione del dispositivo fra più fratelli o familiari (33,5%), assenza di dispositivi (24,5%), assenza di connessione (16,4%).

I compiti non mancano mai

Le lezioni sono soprattutto in diretta. E i compiti sono una costante della scuola italiana, tanto che per uno studente su quattro sono addirittura aumentati durante il lockdown. La modalità sincronica, cioè “in diretta”, è quella predominante nella didattica a distanza (85%) ma non mancano le video lezioni registrate (10%) o la compresenza di entrambi gli approcci (5%). La durata media di una video lezione va da un’ora (39%) a 40 minuti (30%).

I compiti non mancano mai e se nel 43% dei casi la quantità sembra rispecchiare quella consueta, nel 27% addirittura si registrerebbe un aumento.

 

grafico didattica a distanza
Didattica a distanza, Cittadinanzattiva 2020

 

Didattica a distanza, cosa manca agli studenti

Nell’indagine di Cittadinanzattiva vengono ripresi anche una serie di studi che inquadrano la didattica a distanza e la situazione vissuta dai ragazzi. I principali problemi per gli studenti italiani sono la penuria di pc e il sovraffollamento abitativo, un fenomeno che riguarda il 41,9% dei minori.

«La scuola via web non piace al 54% degli intervistati; un terzo dichiara, inoltre, che è più faticoso concentrarsi durante le lezioni e il 15% circa dichiara che la possibilità di poter utilizzare Pc e smartphone diventa una tentazione per fare altro durante le lezioni. Agli studenti manca la presenza fisica a scuola e anche il contatto con i compagni» (Studio “Giovani e quarantena” promosso dall’Associazione Nazionale Di.Te. Dipendenze tecnologiche, Gap, Cyberbullismo in collaborazione con Skuola.net).

Particolarmente grave la situazione per gli studenti con disabilità. Con l’avvio delle lezioni a distanza, il 36% degli alunni con disabilità è “sparito”.

 

didattica a distanza
Didattica a distanza, Cittadinanzattiva 2020

 

Cittadinanzattiva: ripensare le modalità educative

«Crediamo che si debba arrivare al più presto a definire un piano per la riapertura delle scuole e nello stesso tempo ripensare le modalità educative, con il coinvolgimento delle famiglie e degli studenti, facendo tesoro delle opportunità e superando le criticità emerse con la cosiddetta didattica dell’emergenza o della quarantena», ha detto Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva.

Per la riapertura delle scuole l’associazione suggerisce «un piano e un fondo per l’edilizia “leggera” per garantire tutti i lavori di piccola manutenzione, il necessario distanziamento, il recupero di spazi inutilizzati o in cattive condizioni; un fondo specifico da aggiungere ai 45 milioni già stanziati (DM 186 del 26/03/2020), da destinare agli Enti locali per dotare le scuole dei dispositivi igienici; un’attenzione particolare alle scuole nelle aree interne e ultraperiferiche frequentate da quasi mezzo milione di studenti, che per le loro caratteristiche potrebbero diventare una volta ancora una risorsa e un luogo di sperimentazione per il nostro Paese purché si garantiscano: il potenziamento della connessione e dei supporti digitali; il servizio di trasporti extraurbani gratuiti per gli studenti delle scuole secondarie di II grado di queste aree; la continuità didattica degli insegnanti».


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