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L'Italia della lettura è sempre più disuguale

Lettura, Italia sempre più disuguale. Chi legge lo fa più di prima ma diminuiscono i lettori

Diminuiscono gli italiani che leggono, mentre chi legge lo fa più di prima e compra più libri. La pandemia lascia in eredità un’Italia della lettura sempre più disuguale e divisa. Le fasce più deboli, con basso titolo di studio e le persone che vivono nel Sud, leggono sempre meno libri

Diminuiscono gli italiani che leggono mentre chi legge lo fa più di prima. È un’Italia sempre più disuguale, quella che la pandemia lascia in termini di lettura e libri. Diminuisce infatti la percentuale degli italiani che leggono, quest’anno pari al 56% e in calo rispetto al 59% del 2020 e al 65% del 2019. E stiamo parlando di persone fra i 15 e i 75 anni che hanno letto almeno un libro, compreso manuali, ebook e audiolibri, negli ultimi 12 mesi, anche solo in parte. Il recupero della lettura che c’era stato fra maggio e ottobre 2020 non è sufficiente a coprire le perdite.

I forti lettori però aumentano. Chi legge lo fa più di prima, con più intensità, e compra più libri di prima. Tanto è vero che quasi il 60% delle copie di libri vendute finisce nelle mani di chi legge più libri.

I dati vengono dalla ricerca Leggere in pandemia #1 – Nuovi percorsi di lettura degli italiani, frutto della collaborazione fra Centro per il libro e la lettura e Aie, Associazione italiana editori, presentata oggi al Salone del Libro di Torino.

L’Italia della lettura è sempre più divisa e disuguale

Sono dati drammatici perché testimoniano che «l’Italia della lettura è sempre più divisa». L’area della non lettura è collegata alla debolezza sociale, economica, culturale. Insomma: le fasce deboli della popolazione non leggono.

«È da tempo che diciamo che la lettura è un’emergenza nazionale – dice il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi –. Come evidenziato dalla ricerca, la vera emergenza è proprio questa: le disparità all’interno della società italiana».

«La non lettura è sempre più connotata come una condizione correlata al livello socio-economico, culturale e geografico: le fasce più deboli (basso titolo di studio, basso livello tecnologico, area geografica di residenza, ecc.) e chi vive nel Sud legge sempre meno libri», evidenzia la ricerca.

Con la pandemia si sono accentuati gli squilibri che caratterizzano la lettura e il mercato dei libri.

Così «i forti lettori leggono ancora di più e comprano ancora più libri» ma il numero dei lettori diminuisce. Aumenta, fra chi legge, l’intensità della lettura e chi compra libri lo fa più di prima. Il numero medio di  libri a stampa, ebook e audiolibri fruiti sale infatti a 7,8 contro i 7,2 dell’anno precedente e i 6,6 del 2019. Aumenta rispetto al 2019 anche il tempo dedicato alla lettura: chi legge un’ora ogni giorno è oggi il 15% della popolazione, era il 9% due anni fa.

Sull’altro lato, però, ci sono forti disuguaglianze e ancora una volta la pandemia non ha fatto che renderle più acute. «La non lettura è sempre più condizionata dal livello socio-economico, culturale e geografico: le fasce più deboli, con basso titolo di studio e le persone che vivono nel Sud, leggono sempre meno libri».

 

libri digitali
Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali. I libri resistono in pandemia

 

Aumentano le differenze Nord vs Sud

Le disparità sono anche geografiche. Al Nord, al Centro e al Sud i lettori sono in calo, ma al Nord sono oggi il 59% (erano il 63% nel 2019); al Centro sono il 56% (61% due anni fa) e al Sud sono il 35% (erano il 41% nel 2019). Il divario Nord-Sud si accentua e passa dal 22% al 24%.

I lettori con basso titolo di studio oggi sono il 36%, in calo del 14% in due anni, mentre i lettori con la laurea sono l’84%, in calo del 7%. Si mantiene invece intatto il differenziale tra uomini e donne, che leggono tutti e due meno di prima: sono lettrici il 60% delle donne, lettori il 52% degli uomini.

Disuguaglianze sempre più profonde

«Si può guardare a questi dati da una duplice prospettiva – commenta il presidente del Centro per il libro e la lettura Marino Sinibaldi. – Oltre al calo dei lettori, c’è una preoccupante polarizzazione sempre più netta tra chi legge da sempre e lo ha fatto in questi mesi di più, acquistando più libri e dedicandoci più tempo, e chi alla lettura non si avvicina. Il divario si è approfondito, come altre disuguaglianze durante la pandemia. Le differenze geografiche, anagrafiche, di genere, di reddito pesano sulla lettura ancora più che in passato. Questo è oggi il campo della sfida e di un necessario cambio di rotta. Non possiamo deludere le attese di un pubblico di lettori forti ed esigenti. Ma dobbiamo concentrare impegni, azioni e anche fondi per ridurre quelle disuguaglianze che sono un grave problema culturale, sociale e infine politico».

Mercato legato ai lettori forti

Il mercato del libro dipende sempre più spesso da pochi e forti lettori, che leggono molti libri.  Fra i lettori, infatti, il 55% ha letto da 1 a 3 libri; il 23% ha letto da 6 a 4 libri; il 14% da 11 a 7 libri e il 9% più di 12 libri.

I forti lettori (più di 12 libri), leggono in media 17 libri l’anno, 3 in più di quanti non ne leggessero nel 2020. Oltre a leggere, comprano anche più di prima: in media 12,3 libri, due e mezzo in più dell’anno precedente.

Il risultato, evidenzia la ricerca, è un mercato sempre più concentrato dove il 59% delle copie vendute sono acquistate dal 23% dei lettori, da coloro che leggono più di 7 copie l’anno.


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Sabrina Bergamini
Sabrina Bergamini
Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.

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