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Nelle scuole italiane ci sono troppe barriere architettoniche. Solo un terzo delle scuole garantisce l’accessibilità agli alunni con una disabilità motoria. I lavori per abbattere le barriere architettoniche sono state fatte solo nel 15% degli edifici. Se c’è una gita con pernottamento, il 66% degli alunni con disabilità non partecipa e questa percentuale schizza all’81% nelle scuole del Mezzogiorno.

Sono dati impietosi, quelli fotografati dal rapporto dell’Istat “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità” relativo all’anno scolastico 2018/2019. In termini di diritti e di lontananza della scuola dal garantire piena accessibilità e partecipazione agli alunni con disabilità.

Aumentano gli alunni con disabilità che frequentano le scuole – più 10 mila, sono il 3,3% del totale degli iscritti – e il rapporto alunno-insegnante per il sostegno è migliore delle previsioni di legge, ma è carente la formazione: un insegnante su 3 è selezionato dalle liste curriculari.

Gli alunni con disabilità che le frequentano le scuole sono a oggi poco più di 284 mila, pari al 3,3% del totale degli iscritti, un contingente in costante crescita che è aumentato, negli ultimi 10 anni, di circa 91 mila unità. Ma la scuola che li accoglie ha ancora troppe barriere.

Bastano le parole dell’Istat: «Scarsa l’accessibilità per gli alunni con disabilità motoria, garantita soltanto dal 34% delle scuole, e particolarmente critica la disponibilità di ausili per gli alunni con disabilità sensoriale (il 2% delle scuole). Soltanto nel 15% degli edifici scolastici sono stati effettuati lavori per abbattere barriere architettoniche».

 

scuola disabilità
Alunni con disabilità e scuola, fonte: Istat, L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità.

 

Se si dorme fuori, niente gite

Al 59% di alunni con disabilità non è garantita la continuità didattica. Sono il 66% gli alunni con disabilità che non partecipano alle gite con pernottamento, e la quota sale all’81% nelle scuole del Mezzogiorno.

«La partecipazione degli alunni con disabilità alle uscite didattiche brevi (senza pernottamento) organizzate dalla scuola risulta molto diffusa (92%), con un’adesione leggermente inferiore nelle regioni del Mezzogiorno – scrive l’Istat – Se le gite di istruzione prevedono il pernottamento, la partecipazione diventa meno frequente: rinuncia il 66% degli alunni con disabilità, anche in questo caso la quota cresce nelle scuole del Mezzogiorno dove raggiunge l’81%».

Troppe barriere architettoniche

Sono scuole che hanno ancora troppe barriere architettoniche. Se le caratteristiche della scuola sono un elemento fondamentale per l’inclusione degli alunni, l’accessibilità non è ancora un diritto garantito: mancano ascensori, rampe per superare i dislivelli, bagni a norma.

«Le caratteristiche e la qualità dell’offerta scolastica hanno grande rilevanza nel processo d’inclusione: l’accessibilità dello spazio, la presenza e la fruibilità di tecnologie adeguate, il sostegno di figure competenti opportunamente formate, giocano un ruolo fondamentale nel favorire la partecipazione degli alunni a una didattica inclusiva – scrive l’Istat – Nell’anno scolastico 2018-2019 sono ancora troppe le barriere fisiche presenti nelle scuole italiane: solamente una scuola su 3 risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria».

Ci sono poi differenze territoriali, per cui la situazione è migliore al Nord (38% di scuole a norma: sono comunque una minoranza) mentre peggiora nel Mezzogiorno dove la situazione è più critica (29% di scuole a norma). In Valle d’Aosta sono accessibili il 67% delle scuole, in Campania solo il 24%.

«La mancanza di un ascensore o la presenza di un ascensore non adatto al trasporto delle persone con disabilità rappresentano le barriere più diffuse (46%) – prosegue l’Istat –  Frequenti sono anche le scuole sprovviste di rampe per il superamento di dislivelli (33%) o bagni a norma (29%). Rari invece i casi in cui si riscontra la presenza di scale o porte non a norma (rispettivamente 6% e 3%)».

La tecnologia facilita la vita ma è poco usata: una scuola su quattro risulta priva di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità.

 

 

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Insegnanti di sostegno, ci sono ma non specializzati

 

Insegnanti: ci sono ma non specializzati

Gli insegnanti specializzati per il sostegno sono insufficienti. Gli insegnanti ci sono insomma, ma spesso non hanno competenze specifiche per il sostegno.

Nell’anno scolastico 2018/2019, gli insegnanti per il sostegno nelle scuole italiane sono quasi 173 mila (fonte MIUR) e a livello nazionale il rapporto alunno-insegnante (pari a 1,6 alunni ogni insegnante per il sostegno) è anche migliore di quello previsto dalla Legge 244/2007 che prevede un valore pari a 2. Tuttavia, spiega l’Istat, «mancano gli insegnanti specializzati e il 36% dei docenti per il sostegno viene selezionato dalle liste curriculari; sono docenti che rispondono ad una domanda di sostegno non soddisfatta, ma non hanno una formazione specifica per supportare al meglio l’alunno con disabilità».


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