Trasporto animali vivi, Animalisti: "l’Italia si accoda agli Stati UE che vogliono fare passi indietro"

Trasporto animali vivi, Animalisti: "l’Italia si accoda agli Stati UE che vogliono fare passi indietro" (foto Pixabay)

Trasporto animali vivi, Animalisti: “l’Italia si accoda agli Stati UE che vogliono fare passi indietro”

Secondo quanto denunciato dalle associazioni per la protezione degli animali, durante il Consiglio Agricoltura e Pesca (AGRIFISH) di ieri, diversi Stati membri hanno sostenuto una nota presentata dal Portogallo che porterebbe l’intera Unione europea a fare passi indietro inaccettabili sul trasporto di animali vivi

È “inaccettabile” per gli animalisti la posizione sostenuta dall’Italia al Consiglio AGRIFISH, che si è tenuto ieri a Bruxelles. “In particolare il Ministro Lollobrigida ha considerato legittima una proposta che spinge per mantenere il trasporto di animali vivi via nave verso Paesi terzi (soprattutto del Medio Oriente), dove non sono in vigore nemmeno le norme minime di tutela animale”, scrivono in una nota le associazioni Essere Animali, Animal Equality, ALI, CIWF e LAV.

Così, “mentre i pareri scientifici dell’EFSA supportano le richieste dei cittadini che chiedono un cambiamento alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, non vogliono che il nuovo regolamento sui trasporti preveda serie restrizioni al trasporto di animali vivi – denunciano le associazioni -. Fortunatamente diverse voci chiedono un cambiamento ambizioso, non ultima quella del Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza Alimentare Stella Kyriakides”.

“L’Italia – come documentato anche dalle numerose inchieste delle associazioni e dalle attività di controllo delle forze dell’ordine – è toccata da vicino da questo problema, ed è inaccettabile che faccia passi indietro su una revisione che invece potrebbe apportare enormi benefici ed evitare i continui problemi che anche nel nostro Paese interessano il trasporto di animali”, dichiarano Essere Animali, Animal Equality, ALI, CIWF e LAV.

Trasporto di animali vivi, la posizione del Portogallo sostenuta dall’Italia

“Durante il Consiglio Agricoltura e Pesca (AGRIFISH) di ieri – spiegano le associazioni per la protezione degli animali – diversi Stati membri hanno sostenuto una nota presentata dal Portogallo, che porterebbe l’intera Unione europea a fare passi indietro inaccettabili sul trasporto di animali vivi“.

“La nota – proseguono le associazioni – afferma che il trasporto di animali è una parte essenziale della catena di produzione alimentare e che l’obiettivo principale della prossima revisione del Regolamento sui trasporti dovrebbe essere quello di continuare a facilitare il commercio intracomunitario e l’esportazione di animali vivi, senza concentrarsi su misure volte a vietare o limitare alcuni tipi di trasporto”. Una posizione che – affermano le associazioni – “è stata purtroppo sostenuta anche dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare italiano Francesco Lollobrigida nel suo intervento odierno”.

Per gli animalisti si tratta di “uno scenario inaccettabile e completamente diverso rispetto a quello che si era presentato all’AGRIFISH di luglio 2022, quando 13 Stati membri hanno chiesto invece un’ambiziosa revisione del regolamento UE sui trasporti, che preveda tempi massimi di percorrenza e il passaggio al commercio di carne e carcasse, con l’obiettivo di garantire un’effettiva maggiore protezione agli animali allevati, anche durante le fasi del trasporto”.

Molti dei Paesi proponenti della nota di oggi – denunciano ancora le associazioni – sono proprio quelli coinvolti in casi di tragedie e violazioni delle normative europee sia nel trasporto via nave (come la tragedia delle navi Karim Allah ed Elbeik che hanno portato all’uccisione di migliaia di bovini dopo mesi di inutili sofferenze nel Mediterraneo) sia nel trasporto su strada – come la Romania e gli altri paesi dell’Est Europa”.

Intanto l’Intergruppo per il Benessere degli Animali presso il Parlamento europeo era già intervenuto, alla notizia che la delegazione portoghese avrebbe presentato una nota così conservatrice, inviando “una lettera aperta alla Commissaria europea per la Salute e la Sicurezza alimentare Stella Kyriakides, chiedendole di tenere conto delle raccomandazioni della Commissione d’inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto (ANIT) e di garantire che la proposta, attesa per ottobre 2023, rimanga incentrata sull’approvazione di misure che consentano di alleviare le sofferenze di milioni di animali dovute ai trasporti su lunghe distanze”.

Anche diversi Paesi si sono opposti al documento. L’Olanda – spiegano gli animalisti – è stata la più rumorosa, opponendosi chiaramente al documento e chiedendo espressamente il divieto di esportazione di animali vivi. Ma anche Germania, Austria, Danimarca e Lussemburgo.

“L’Italia – concludono Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF, Essere Animali e LAV – deve sostenere i cittadini che hanno chiesto una revisione ambiziosa della normativa a tutela degli animali. Bisogna mettere fine alle  pratiche di trasporto crudeli e non supportate dalla scienza, come l’esportazione di animali vivi verso paesi terzi e via mare. L’unica strada possibile da percorrere è quella del passaggio al trasporto di carne e carcasse, così come indicato anche dalla posizione ferma e giusta della Commissaria Stella Kyriakides”.


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