Trasporto animali vivi, Commissione Ue propone nuove norme. Animalisti: non basta
Secondo le associazioni Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV la revisione del regolamento sul trasporto degli animali vivi non metterà fine alla sofferenza degli animali
La proposta di revisione del regolamento sul trasporto di animali vivi presentata oggi dalla Commissione europea non convince le associazioni di protezione animale.
Secondo Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV, infatti, “le modifiche proposte rappresentano un passo indietro in alcuni ambiti e non basteranno a mettere fine alle sofferenze patite dai milioni e milioni di animali che ogni anno vengono trasportati per lunghi viaggi all’interno della UE e verso Paesi terzi”.
Trasporto di animali vivi, la proposta della Commissione Ue
La proposta presentata dalla Commissione Ue – si legge in una nota – si focalizza su una serie di settori chiave: i tempi di viaggio verranno abbreviati, e durante i viaggi lunghi gli animali dovranno essere scaricati per essere alimentati, abbeverati e riposare. Norme speciali si applicheranno agli animali da macello e agli animali vulnerabili (ad esempio i vitelli non svezzati) o gravidi. Le misure minime volte a garantire uno spazio sufficiente ai diversi animali saranno aumentate e adattate a ciascuna specie.
Il trasporto a temperature estreme sarà soggetto a condizioni rigorose, ad esempio all’obbligo di trasporto esclusivamente notturno, qualora la temperatura sia superiore a 30 gradi. Inoltre, quando le temperature sono inferiori a 0ºC, i veicoli stradali dovranno essere coperti e la circolazione dell’aria nel compartimento animale dovrà essere controllata, al fine di proteggere gli animali dall’esposizione al vento durante il viaggio. In presenza di temperature inferiori a -5ºC, in aggiunta alle misure citate, la durata del viaggio verrà limitata a un massimo di 9 ore.
Anche le norme per l’esportazione di animali vivi dall’Unione saranno inasprite: ad esempio – spiega la Commissione – verranno migliorati i controlli svolti nei paesi terzi, in modo da adeguarli alle norme in vigore nell’UE.
Infine dovranno essere sfruttati al massimo gli strumenti digitali per facilitare l’applicazione delle norme in materia di trasporti (ad esempio localizzazione in tempo reale dei veicoli; banca dati centralizzata).
La posizione degli animalisti
Per le associazioni animaliste, la proposta della Commissione “si rivela ampiamente insufficiente, pur prevedendo requisiti più severi, in una certa misura, per il trasporto di animali […]. La proposta, infatti, non pone limiti ai viaggi via mare, istituisce limiti inadeguati per le temperature durante i viaggi e contiene lacune create da definizioni carenti o specie mancanti, ad esempio per gli agnelli trasportati su lunghe distanze”. Disposizioni che non bastano, secondo le associazioni, “a prevenire le peggiori crudeltà patite dagli animali durante il loro trasporto, e inefficaci a ridurne la sofferenza”.
“La proposta di legge dell’UE sul trasporto di animali lascia ancora molto a desiderare – commentano le associazioni -, perché non basterà a mettere fine alle sofferenze dei milioni di animali trasportati ogni anno, per lunghi viaggi, all’interno dell’UE e verso Paesi terzi. Governi da tutto il mondo si stanno muovendo verso il divieto di esportazione di animali vivi. Paesi come Germania, Lussemburgo e Nuova Zelanda hanno già imposto restrizioni e, si spera, presto li seguiranno anche Regno Unito e Australia.”
“Quello di cui abbiamo bisogno – proseguono – è ciò che i cittadini dell’UE chiedono: un divieto di esportazione di animali vivi verso Paesi terzi e regole molto più severe, come ad esempio il limite dei tempi di trasporto, la garanzia che i viaggi siano adeguatamente regolati per tenere conto delle condizioni meteorologiche e la fine del trasporto di animali vulnerabili.”
“Se da un lato riconosciamo gli sforzi per migliorare la protezione degli animali allevati, al tempo stesso è evidente che la Commissione europea ha deluso i propri cittadini non realizzando la ben più ampia ed ambiziosa riforma delle norme che aveva promesso. Una promessa che includeva la proposta di un divieto di allevamento in gabbia, impegno formale che la Commissione aveva preso con 1,4 milioni di persone firmatarie dell’Iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age, e che si è scontrato contro le pressioni esercitate dal settore zootecnico”, concludono le associazioni.