Crisi idrica, Oxfam: impatto devastante su aree sempre più vaste e vulnerabili

Crisi idrica, Oxfam: impatto devastante su aree sempre più vaste e vulnerabili (Foto di Pexels da Pixabay)

“La crisi climatica asseterà il mondo”: questo l’allarme lanciato da Oxfam in occasione della Settimana mondiale dell’acqua, con il primo di una serie di rapporti, dedicato alla crisi idrica.

Il dossier – prendendo in esame 20 dei principali Paesi colpiti dalla crisi idrica e climatica in 4 aree del mondo – denuncia un’emergenza che già oggi colpisce 2 miliardi persone nel mondo, che non hanno accesso adeguato all’acqua e che entro il 2050 potrebbe colpire 1 miliardo di persone in più. Una data entro la quale si potrebbero registrare fino a 216 milioni di migranti climatici interni a livello globale, tra cui 86 milioni solo in Africa sub-sahariana.

“Nei prossimi anni e decenni – denuncia l’Oxfam – aree sempre più vaste e spesso poverissime del pianeta saranno colpite da una sempre maggiore carenza d’acqua. Una crisi idrica di portata epocale che diverrà sempre di più conseguenza diretta della crisi climatica, poiché causata in gran parte dal riscaldamento globale accelerato dalle emissioni di gas serra, con conseguenze drammatiche sull’aumento di fame, malattie e migrazioni forzate di massa“.

Secondo il dossier dell’Organizzazione, in soli 10 tra i Paesi al mondo più colpiti dai cambiamenti climatici – Somalia, Haiti, Gibuti, Kenya, Niger, Afghanistan, Guatemala, Madagascar, Burkina Faso e Zimbabwe – la malnutrizione cronica potrebbe aumentare di oltre un terzo entro il 2050, colpendo 11,3 milioni di persone in più rispetto ad oggi.

Crisi idrica, Oxfam: a pagarne le conseguenze sono i Paesi più vulnerabili

I cambiamenti climatici rappresentano il fattore scatenante della crisi idrica globale, ma – spiega l’Organizzazione – sono diverse le concause che stanno lasciando milioni di persone nei Paesi più poveri e vulnerabili del tutto impreparate ad affrontarne le conseguenze, lungo un trend destinato a peggiorare nel tempo.

 

crisi idrica
(Foto di Tumisu da Pixabay)

 

Tanti gli esempi riportati dall’Oxfam: decenni di investimenti insufficienti nei sistemi idrici, una gestione inadeguata del sistema delle acque, l’erosione, l’inquinamento e lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere sotterranee, solo per citarne alcuni.

“Il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra e dall’uso di petrolio, carbone e gas, sta portando ad una terribile crisi idrica globale, che deve essere affrontata prima che sia troppo tardi per tantissimi – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor sulle emergenze umanitarie di Oxfam Italia –. Quella che abbiamo di fronte è una delle più gravi minacce che l’umanità si trova ad affrontare e a pagarne il prezzo più alto sono già i Paesi più poveri e meno preparati, che paradossalmente spesso sono anche i meno responsabili delle emissioni inquinanti”.

L’appello ai Governi

L’Oxfam lancia, quindi, un appello urgente ai Governi, affinché “riorientino importanti investimenti nell’adeguamento dei sistemi idrici nazionali, rendendola una priorità politica” e “sostengano l’obiettivo delle Nazioni Unite di destinare 114 miliardi di dollari all’anno per affrontare l’emergenza idrica e igienico-sanitaria a livello globale“.


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