Inflazione, Consumatori: prezzi ancora su livelli preoccupanti. Milano la città più cara

Inflazione, Consumatori: prezzi ancora su livelli preoccupanti. Milano la città più cara (foto Pixabay)

Secondo i dati definitivi di maggio resi noti oggi dall’Istat, l’inflazione annua scende al 7,6%, dall’8,2% del mese precedente.

Un dato “positivo”, secondo l’Unione Nazionale Consumatori. “Ma non c’è da essere entusiasti – sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’UNC – visto che siamo semplicemente tornati ai livelli di marzo, mentre in tutto il resto d’Europa, salvo l’Olanda, l’inflazione di maggio è più bassa di quella di marzo”.

Inflazione, l’impatto sulle famiglie

“Inoltre resta un’inflazione stellare. Per una coppia con due figli, il +7,6% significa una stangata pari a 2227 euro su base annua, di questi ben 907 servono solo per far fronte ai rincari dell’11,8% di cibo e bevande. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva è pari a 2042 euro, 819 per mangiare e bere. In media per una famiglia la mazzata è di 1704 euro, 665 per prodotti alimentari e bevande analcoliche. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli, con una batosta pari a 2507 euro, 1084 solo per nutrirsi e dissetarsi”.

Analogo il parere del Codacons, secondo cui, per i beni più acquistati dalle famiglie, i prezzi continuano a rimanere su livelli preoccupanti.

“L’inflazione scende solo grazie al rallentamento dei beni energetici, con quelli non regolamentati che a maggio frenano dal +26,6% al +20,3% – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Un effetto ottico, dunque, che altera il dato sull’inflazione, dimostrato dall’andamento degli altri comparti: i prezzi degli alimentari rimangono a livelli sostenuti (+11,8%), al pari del carrello della spesa (+11,2%), impattando sulle tasche delle famiglie”.

In base ai calcoli del Codacons, infatti, l’inflazione al 7,6% si traduce in una maggiore spesa su base annua pari a +2.879 per un nucleo con due figli, +2.223 la famiglia “tipo”. Solo per mangiare, un nucleo spende in media 907 euro in più, a parità di consumi.

 

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Foto Pixabay

 

L’analisi di Federconsumatori

Anche per Federconsumatori i cittadini pagano prezzi ancora eccessivamente cari, “alimentando il sospetto che forti dinamiche speculative siano ancora in atto”. Secondo un recente studio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori sui prezzi di un paniere di 30 prodotti fondamentali è emerso che, a fronte di un tasso di inflazione del 7,6%, i prezzi dei prodotti essenziali sono aumentati mediamente del doppio, cioè del 14% (prendendo a riferimento i prezzi applicati a giugno 2022 e quelli di giugno 2023).

“Con l’inflazione a questi livelli, le ricadute per le famiglie sono comunque estremamente onerose: secondo le stime dell’O.N.F. pari a 2.264,80 euro annui a famiglia. Aumenti che non hanno lo stesso impatto per tutti: pesano molto di più per le famiglie meno abbienti”.

Secondo l’associazione, dunque, “è necessario che il Governo operi un cambio di rotta importante e deciso, attraverso: l’incremento del potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a reddito fisso, con una detassazione dei salari e rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale; un aumento della tassazione sugli extraprofitti delle aziende (di energia e non solo), che hanno ricavato margini enormi negli ultimi anni e che in molti casi continuano a mantenere prezzi eccessivamente alti per pura avidità, indirizzando tali fondi a sostegno delle famiglie; l’avvio immediato di monitoraggi capillari dei prezzi da parte del Garante e con l’aiuto delle Associazioni dei Consumatori”.

Inflazione, la classifica delle città più care d’Italia

In base ai dati Istat, l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica completa di tutte le città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. In testa alla graduatoria, Milano dove l’inflazione tendenziale pari a +7,9%, pur essendo appena sopra la media nazionale pari al 7,6%, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 2145 euro per una famiglia media.

 

Inflazione-Le città più care, top 10 (Fonte: UNC)
Inflazione-Le città più care, top 10 (Fonte: UNC)

 

Medaglia d’argento per Genova, la città che ha il record dell’inflazione, +9,5%, e un incremento di spesa annuo pari a 2071 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Bolzano che con +7,7% ha una spesa supplementare pari a 2046 euro annui per una famiglia tipo.

Al quarto posto un ex aequo, Siena e Grosseto, +8,7% e una stangata pari a 1961 euro per entrambe. Seguono Firenze (+8,4%, +1959 euro), Ravenna (+8,1%, +1957 euro), all’ottavo posto Mantova (+7,7%, +1955 euro), poi Varese (+7,4%, +1951 euro). Chiude la top ten Bologna (+7,8%, +1946 euro).

Sull’altro fronte della classifica, la città più virtuosa d’Italia in termini di spesa aggiuntiva più bassa è ancora una volta Potenza, con l’inflazione più bassa del Paese (+5%) e dove in media si spendono “solo” 987 euro in più all’anno. Al 2° posto Catanzaro (+6%, +1121 euro). Medaglia di bronzo Reggio Calabria (+6,3%, +1177 euro).

Infine, in testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione annua a +9,3%, la più alta d’Italia, la Liguria che registra a famiglia un aggravio medio pari a 1919 euro su base annua e che. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi del 7,2% implica un’impennata del costo della vita pari a 1871 euro, terza l’Umbria, +8,2% e un rincaro annuo di 1852 euro.

La regione più risparmiosa è ancora una volta la Basilicata, +5%, pari a 968 euro, seguita dalla Puglia (+7,9%, +1279 euro). Medaglia di Bronzo per il Molise (+7%, +1282 euro).


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