L'infanzia non si incarcera! L'appello delle Organizzazioni per non bloccare la legge

L'infanzia non si incarcera! L'appello delle Organizzazioni per non bloccare la legge (foto: Cittadinanzattiva)

L’infanzia non si incarcera! L’appello delle Organizzazioni per non bloccare la legge

In seguito alla presentazione di emendamenti che fermano la proposta di legge in Commissione Giustizia della Camera, associazioni, garanti e singoli soggetti impegnati sul tema dei diritti in carcere chiedono di non tradire il lavoro svolto finora e di accelerare l’approvazione

L’infanzia non si incarcera! Questo l’appello lanciato da Associazioni, garanti e singoli soggetti impegnati sul tema dei diritti in carcere al Presidente e ai componenti della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, affinché la legge per la tutela delle madri detenute e dei loro figli minori non venga bloccata. Un appello che – spiega Cittadinanzattiva in una nota – arriva “in seguito alla presentazione di emendamenti che fermano la proposta di legge in Commissione Giustizia della Camera” e con il quale si chiede “di non tradire il lavoro svolto finora e di accelerare l’approvazione”.

Ad inviarlo, oggi, Cittadinanzattiva e A Roma Insieme – Leda Colombini, con la sottoscrizione di altre 12 organizzazioni civiche e di volontariato attive sul tema dei diritti dei detenuti, nonché di 4 Garanti dei diritti delle persone private della libertà e del Presidente della Conferenza dei Garanti Territoriali.

L’infanzia non si incarcera! A che punto siamo con la proposta di legge?

Attualmente – spiega Cittadinanzattiva – la proposta di legge “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori è ferma presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, per via della presentazione di una serie di proposte di emendamenti.

Una situazione  – si legge nell’appello –  “estremamente preoccupante, sia perché rischia di aprire una nuova fase di stallo sul provvedimento, sia perché gli emendamenti depositati depotenzierebbero l’intero impianto della proposta di legge, contraddicendone finalità e motivazioni.”

La proposta di legge, nata su iniziativa dell’ex onorevole Siani e che nella scorsa legislatura non aveva completato l’iter di approvazione a causa della caduta del Governo Draghi, si inserisce in un percorso di proficua e positiva collaborazione tra Parlamento ed organizzazioni della società civile, contrassegnato da una grande spinta e valenza civica che non ha mai avuto bandiere – prosegue Cittadinanzattiva. – Introduce misure efficaci e ragionevoli, rimuovendo anzitutto ostacoli e limiti – di natura economica e giuridica – presenti nella normativa vigente che continuano ad alimentare il fenomeno dell’incarcerazione dell’infanzia e a produrre nuovi ingressi di bambini in carcere al seguito delle madri. Tra le più apprezzabili, le disposizioni rivolte a sostenere e promuovere il sistema delle case famiglia protette come modello alternativo alle soluzioni detentive di madri e bambini, comprese quelle della detenzione negli Istituti a Custodia Attenuata per detenute Madri (ICAM)”.

Da qui nasce l’appello delle organizzazioni e dei vari soggetti che chiedono ai parlamentari di “non fermare questo percorso e di recuperare lo spirito originario, affinché il testo completi quanto prima l’esame in Commissione Giustizia, senza modifiche che ne tradiscano l’intento o esulino dalla esplicita finalità: ossia che i bambini e le bambine possano vivere i loro primi anni di vita con le madri, siano esse in attesa di giudizio o in esecuzione penale, in un ambiente non detentivo“.


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