Giornata dell’acqua, Greenpeace: ecco come affrontare la siccità in Italia (Foto di Nyoman Suartawan da Pixabay)

La Giornata mondiale dell’acqua cade nel bel mezzo dell’emergenza siccità in Italia. Emergenza ormai strutturale, viene ricordato da più parti, che richiede (o richiederebbe) azioni molteplici sul versante della produzione, della tutela dell’ambiente e dei consumi. Quasi un ripensamento totale del modo di agire e di produrre, viene da dire se si guardano agli interventi proposti da chi si occupa di tutela dell’ambiente: ripensare l’agricoltura perché con la siccità molte coltivazioni sono a rischio; difendere il suolo dalla cementificazione; ristrutturare le reti idriche; agire sullo stile alimentare e sui consumi di acqua, molto alti.

La siccità in Italia

«Fiumi in secca, laghi ai minimi storici, scarsissima quantità di neve. La crisi climatica ci sta mettendo di fronte a un nuovo anno di drammatica siccità, mentre è ancora inverno», denuncia Greenpeace che, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, mette nero su bianco otto proposte per fronteggiare la siccità nelle sue attuali forme. Con un’analisi di come la siccità stia cambiando il panorama del Paese.

Il razionamento dell’acqua per uso civile, ad esempio, è già realtà e già questo inverno in Piemonte alcuni comuni sono stati riforniti d’acqua attraverso autobotti. L’Istat ha appena evidenziato che già nel 2021 sono aumentati i capoluoghi in cui sono state attuate misure di razionamento dell’acqua, 15 in tutto e non solo al Sud.

Oggi la siccità si lega alla sofferenza del Nord Italia, con la crisi della Pianura Padana, dei grandi laghi e fiumi, e con le ripercussioni negative sulle colture che richiedono più acqua, a partire da mais e riso.

«I prodotti più colpiti? La produzione di riso è a rischio perché le risaie stanno affrontando la crisi peggiore degli ultimi dieci anni – evidenzia Greenpeace – I numeri sono impressionanti: stando ai dati del CNR, già a marzo il 38% delle risaie e delle colture irrigue italiane è affetto da siccità severo-estrema, ovvero soffre per un deficit di pioggia che dura da ben due anni».

A rischio sono anche, per le colture estive, insalata e pomodori, che richiedono più acqua. Nei campi ci sono già dei cambiamenti in atto, come accade per la coltivazione di mango e banane in Sicilia.

 

Siccità, Anbi: a rischio tre milioni e mezzo di italiani. L’acqua del rubinetto non è scontata (Foto di Jody Davis da Pixabay)

 

Siccità e agricoltura

La siccità si sovrappone alle ondate di calore ed è legata ai cambiamenti climatici. Siccità e cambiamenti climatici richiedono allora di ripensare il settore agricolo che, ricorda l’associazione ambientalista, è il maggiore utilizzatore di acqua dolce e assorbe circa la metà dell’acqua impiegata in Italia ogni anno.

«I sistemi intensivi inoltre impoveriscono i terreni agricoli, compromettendo anche la loro resilienza e la capacità di trattenere l’umidità. Per poter pianificare il risparmio idrico in modo efficace è dunque necessario ripensare l’uso dell’acqua in agricoltura, anche modificando la superficie dedicata ad alcune tipologie di colture – dice Greenpeace – Il mais, ad esempio, seconda coltivazione italiana per volumi di acqua utilizzati, è quasi interamente assorbito dalla filiera mangimistica, e più del 45% dell’impronta idrica dei prodotti agricoli è imputabile a carne, latte e derivati. È innegabile che gli attuali livelli di produzione e consumo di alimenti di origine animale mettono le riserve idriche ulteriormente sotto pressione. In una fase in cui le risorse naturali sono sempre più scarse ed è a rischio la stessa disponibilità di cibo, è necessario agire in un’ottica di maggiore “efficienza alimentare” adeguata alle attuali condizioni climatiche. Anche attraverso la riduzione di coltivazioni più idroesigenti, in particolare se non destinate al consumo diretto umano, e di produzioni che comportano un maggior consumo idrico, come quelle di origine animale».

 

Neve, mai così poca sulle Alpi in 600 anni. Innevamento artificiale? Non è la soluzione (fonte immagine: Pixabay)

 

Siccità e bacini artificiali, sicuri che sia tutto ok?

Come affrontare la siccità? Si verte sempre sulla costruzione di nuovi invasi e bacini artificiali ma anche in questo caso lo sguardo di Greenpeace è critico. In sintesi: bisogna considerare anche le possibili minori precipitazioni in futuro e l’impatto ambientale di queste infrastrutture.

Scrive l’associazione: «Un piano per la costruzione di nuovi invasi non può prescindere dall’analisi dei trend di riempimento di quelli già esistenti, e da proiezioni future che permettano di pianificarne correttamente il numero, la tipologia e la localizzazione. Andranno inoltre valutate con attenzione le implicazioni ambientali e come questi nuovi invasi possano addirittura avere un impatto negativo sulla resilienza idrica dei territori».

Siccità, le proposte: energia, agricoltura, suolo, rete idrica

Quali sono dunque le proposte di Greenpeace per fronteggiare la siccità in Italia?

Anzitutto velocizzare la decarbonizzazione dell’Italia e smettere di investire sulle fonti fossili, su petrolio, gas e carbone, e puntare sulle energie rinnovabili.

«Ridurre a monte i consumi idrici in agricoltura, rendendo prioritario l’uso di terreni e acqua per la produzione di alimenti destinati al consumo umano diretto anziché alla filiera mangimistica o alla produzione di biocarburanti».

Ancora: ridurre la domanda di mangimi e il numero di animali allevati e «incoraggiare l’adozione di diete a base principalmente vegetale». Incoraggiare l’uso di tecniche agroecologiche che migliorano la salute dei suoli.

Ridurre il consumo di suolo e la cementificazione, incrementando le superfici di boschi e aree naturali.

Per quanto riguarda le infrastrutture, Greenpeace propone di «pianificare l’eventuale costruzione di nuovi invasi e laghetti in base ai dati di riempimento storici degli invasi esistenti e agli scenari meteo-climatici futuri, senza procedere a “semplificazioni” che rischiano di far nascere opere dannose oltre che inefficaci».

Chiede poi un «grande piano di ristrutturazione della rete idrica e di messa in sicurezza idrogeologica».


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1 thought on “Giornata dell’acqua, Greenpeace: ecco come affrontare la siccità in Italia

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