Potere d’acquisto delle famiglie, diminuisce dell’1,6% nel 2022
Istat: nel 2022 diminuisce il potere d’acquisto delle famiglie e si riduce anche il tasso di risparmio
Nel 2022 diminuisce il potere d’acquisto delle famiglie. Si riduce anche il tasso di risparmio. Meno 1,6% è la flessione del potere d’acquisto delle famiglie e su questo evidentemente pesa il caro-prezzi.
“Il forte aumento dei prezzi dei beni e servizi consumati dalle famiglie riduce il reddito disponibile in termini reali”, spiega l’Istat nel report diffuso oggi.
Si riduce il potere d’acquisto e diminuisce la propensione al risparmio
I numeri dicono che nel 2022, il reddito disponibile aumenta del 5,5% ma si riduce il potere d’acquisto delle famiglie (-1,6%). La spesa per consumi finali cresce del 12,6% mentre la propensione al risparmio delle famiglie scende all’8% dal 13,8% del 2021. Il tasso di investimento raggiunge il 9,0% (dall’8,1% del 2021).
“La dinamica più sostenuta della spesa per consumi finali delle famiglie (+12,6%, +129 miliardi di euro), rispetto al reddito disponibile ha generato una flessione della quota di reddito destinata al risparmio – spiega l’Istat – La propensione al risparmio delle famiglie è, infatti, passata dal 13,8% del 2021 all’8,0% del 2022, riportandosi ai livelli del periodo antecedente la crisi”.
Codacons: effetto tsunami del caro-prezzi
L’Istat certifica “l’effetto tsunami determinato in Italia dal caro-prezzi”, commenta a stretto giro il Codacons.
Aumento del reddito e calo del potere d’acquisto si spiegano col fatto che nel 2022 “i prezzi al dettaglio – ricorda l’associazione – hanno subito una fortissima impennata, con una inflazione che lo scorso anno si è attestata ad una media del +8,1%”.
La crescita della spesa per i consumi, prosegue il Codacons, “risente in modo evidente dell’effetto Covid e delle misure restrittive in vigore nel 2021, ma per sostenere i consumi gli italiani hanno intaccato fortemente i risparmi, con la propensione al risparmio delle famiglie che passa infatti dal 13,8% del 2021 all’8,0% dello scorso anno. Numeri quelli dell’Istat – conclude l’associazione – che fanno capire in modo lampante come la crescita dei prezzi al dettaglio generata da guerra in Ucraina e caro-energia abbia influito sui conti delle famiglie, impoverendo una consistente fetta di popolazione e riducendo i risparmi degli italiani”.