Altroconsumo: in Italia pochi medici e pediatri disponibili

Altroconsumo: in Italia pochi medici e pediatri disponibili (foto Pixabay)

Cambiare medico di base o pediatra, in Italia, è diventata un’impresa quasi impossibile. La disponibilità di camici bianchi è critica in molte aree d’Italia ed è peggiorata negli ultimi anni. Secondo quanto emerso da un’inchiesta di Altroconsumo (qui l’indagine completa) si sta assistendo a una vera e propria desertificazione, che si è aggravata recentemente a causa del grande esodo di medici, che vanno in pensione senza un ricambio proporzionato di giovani che li sostituiscano.

La disponibilità dei medici nelle città

L’inchiesta ha analizzato la disponibilità di medici e pediatri online relativa al periodo di giugno 2023 in 11 Regioni italiane, considerando sia il capoluogo (a eccezione del Veneto, con Padova, e Roma, dove si è considerato la Asl 1) sia un Comune più piccolo, per un totale di 22 città.

Su 37 rilevazioni totali, Altroconsumo ha trovato una situazione buona solo in 13 casi: significa che un cittadino ha a disposizione almeno 5/6 medici liberi tra cui scegliere nell’arco di un paio di km da casa. Liguria e Lazio sono risultate le migliori regioni a livello di disponibilità. Sono invece 10 i casi critici 14 gli insufficienti, tra cui spicca l’area del Trentino.

Se si considera, invece, la disponibilità generale di medici e pediatri in città, l’inchiesta ha stimato che a Trento, Milano, Torino, Bologna e Cagliari solo 1 medico su 4 (nel migliore dei casi) ha posti disponibili. 

“Risulta difficile parlare di libera scelta del medico – ha commentato Altroconsumo – sempre più spesso i cittadini si trovano di fronte a una scelta obbligata. Serve un urgente cambio di rotta perché il ruolo del medico di base è essenziale per garantire una continuità assistenziale adeguata ed evitare un inappropriato ricorso al privato”.

 

Fonte: Altroconsumo
Fonte: Altroconsumo

 

Perché i dottori disponibili sono pochi?

Secondo l’inchiesta di Altroconsumo, “la carenza di medici di base e di pediatri è da attribuire soprattutto al fatto che, negli anni passati, i ministeri preposti non hanno formato un numero adeguato di medici che sopperisse ai tanti che uscivano dal Sistema sanitario nazionale per andare in pensione”.

Nel 2019 – spiega l’Organizzazione – “il Ministero della Salute ha tentato di sbloccare il turnover, portando le assunzioni possibili a un + 10% e aumentando il numero dei posti nelle scuole di specializzazione, ma gli effetti di questa svolta si vedranno tra qualche anno, ovvero il tempo necessario per la specializzazione di un medico”.

Intanto, nel breve periodo, per sopperire alla carenza, è stata data facoltà alle Regioni di affidare nelle aree disagiate a ogni medico di famiglia fino a un massimo di 1.800 assistiti (prima erano 1.500) e ai pediatri fino a un massimo di 1000 assistiti (prima erano 880).


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