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“Manipolazione del mercato”: l’accusa è di quelle che pesano, specie quando è rivolta ad uno dei colossi mondiali della finanza, come nel caso della Deutsche Bank. Una vendita massiccia, del valore di 7 miliardi di titoli di Stato avvenuta nel primo semestre del 2011. Ad indagare sul caso è la procura di Trani che ha messo sotto inchiesta l’ex management del gruppo che si era occupato della vendita. Il colosso bancario di Francoforte avrebbe nascosto ai mercati sui quali operava e al Ministero dell’Economia italiano la reale intenzione della Banca, ossia quella di ridurre drasticamente e nel brevissimo termine (nel primo semestre 2011) il possesso di titoli del debito italiano in portafoglio, che a fine 2010 ammontava a otto miliardi di euro. Secondo il pm di Trani, Michele Ruggiero, “la vendita massiccia dei titoli di Stato italiani, entro giugno 2011, ha alterato il valore di mercato dei titoli stessi perché è stata fatta violando la normativa in vigore”.
Mentre le indagini proseguono, le associazioni dei consumatori avanzano le loro richieste di chiarimenti. “Vogliamo sapere se esisteva una regia tedesca per destabilizzare finanziariamente il nostro Paese e se la Deutsche Bank di Francoforte sul Meno, era lo strumento con cui effettuare questa manovra”, dicono da Confedercontribuenti.
Dall’associazione fanno notare che, alla pubblicazione del bilancio dei primi sei mesi del 2011 dell’istituto tedesco, gran parte dell’attenzione internazionale si concentrò sulla mossa della banca tedesca di ridurre drasticamente l’esposizione sui titoli di Stato italiani.
Lo spread arrivò oltre i 500 punti base (oggi siamo intorno a 130 punti). Un movimento violentissimo dei mercati che portò molti a temere per le sorti delle Finanze del nostro Paese. Se si appurasse che dietro la vendita dei titoli di Stato italiano ci fosse una “regia tedesca”, la manovra in questione avrebbe alterato la regolare formazione del prezzo di mercato dei titoli, con una pesante ricaduta sul debito pubblico italiano. “Si puntava a colpire finanziariamente il nostro Paese e questo oltre che una risposta di natura giudiziaria esige una reazione politica”, dichiara il presidente di Conferdercontribuenti, Carmelo Finocchiaro.


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