Giocare e fare sport sono diritti importanti per i bambini ma nel nostro Paese manca ancora una legge che renda effettivi questi diritti per tutte le persone di minore età, quelle con disabilità comprese. Per fare un esempio concreto, in Italia sono solo 234 i parchi gioco inclusivi. Si tratta di strutture concentrate prevalentemente al centro nord e spesso non accessibili ai ragazzi con disabilità intellettiva o con disturbi dello spettro autistico.  Servirebbero inoltre risorse economiche adeguate per supportare progetti e servizi locali come ludoteche, ludobus, giochi nei quartieri e consentire la riappropriazione degli spazi pubblici urbani senza barriere.

Sono queste alcune delle criticità messe in luce nello studio presentato questa mattina dall’Autorità Garante per lnfanzia e l’Adolescenza, Filomena Albano, nel corso del convegno “Il diritto al gioco e allo sport dei ragazzi con disabilità”, all’inizio del quale ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il presidente del Coni Giovanni Malagò per la diffusione della cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in ambito sportivo.

Nei prossimi mesi Agia e CONI collaboreranno alla realizzazione di una serie di iniziative finalizzate a diffondere la cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a garantire il diritto allo sport a tutti i minorenni in modo inclusivo, partecipato e accessibile e a promuovere sani stili di vita tra i giovani. Prevista inoltre l’attivazione di percorsi informativi per tecnici e operatori sportivi delle federazioni – considerato il rilevante ruolo che svolgono nella comunità educante – oltre ad attività di sensibilizzazione sull’importanza dello sport come strumento di integrazione sociale e culturale e di diffusione della cultura della mediazione e della legalità.

Le buone esperienze inclusive, secondo l’Autorità garante, andrebbero messe in rete. “Un esempio da prendere come modello anche per altre discipline sportive è il baskin, che consente di far praticare lo sport insieme a ragazzi a sviluppo tipico e a ragazzi con disabilità”, propone Filomena Albano, la quale richiama l’attenzione pure sulle disabilità intellettive. A scuole, società e associazioni sportive e terzo settore l’Autorità ha chiesto di attivare team dedicati.

“Siamo orgogliosi di questo protocollo”, sottolinea il presidente del CONI, Giovanni Malagò. “Il mondo dello sport collabora per sostenere una causa importante. Bisogna indispensabilmente dare un contributo, una mano ai ragazzi e alle ragazze affinché siano informati sui propri diritti e lo si può fare sfruttando anche il veicolo dello sport che è un baluardo insieme alla famiglia e alla scuola. Vogliamo rendere i giovani partecipi ed è fondamentale l’opera di formazione che portiamo avanti”.

Spesso i ragazzi con disabilità restano invisibili agli occhi del mondo. Mancano i dati: per questo, nelle sue raccomandazioni, l’Autorità garante ha chiesto sistemi di monitoraggio a più livelli territoriali e la mappatura dei luoghi di spazi e servizi per il gioco e lo sport. “È necessario un cambiamento culturale. Servono formazione e sensibilizzazione rivolte alle famiglie, agli insegnanti, agli operatori e ai professionisti che lavorano con bambini e ragazzi”, conclude la Garante.


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