
Negozi di vicinato, Confcommercio: “Sono insostituibili”. Ma anche gli alimentari vanno scomparendo (Foto di Isa Marinescu da Pixabay)
Negozi di vicinato, Confcommercio: “Sono insostituibili”. Ma anche gli alimentari vanno scomparendo
Per quasi nove italiani su dieci la presenza di negozi di vicinato è fondamentale nella scelta del quartiere in cui vivere. Ma molti negozi stanno scomparendo, soprattutto abbigliamento, elettronica e servizi quali gli stessi alimentari. Indagine Confcommercio-Swg. UNC: per gli anziani i negozi di vicinato sono un presidio vitale
Negozi di vicinato, quanti intorno a noi? Per i cittadini i negozi di quartiere che più stanno scomparendo sono abbigliamento ed elettronica, seguiti da servizi essenziali – compresi gli alimentari. Ma avere a disposizione negozi di vicinato è importante per i cittadini. E per quasi nove italiani su dieci la presenza di negozi è determinante nella scelta del quartiere nel quale vivere. Tutto questo contrasta con la desertificazione commerciale, la scomparsa o riduzione dei negozi tradizionali vicini alla propria abitazione.
Uno studio di Confcommercio-SWG punta i riflettori sui negozi di vicinato, sulla flessione di alcune tipologie – compresi gli alimentari – e sul ruolo che a questi viene riconosciuto dagli stessi cittadini. È semplicemente difficile, o comunque poco gradito, vivere in quartieri senza negozi a portata di mano.
Negozi di vicinato, uno sguardo
“Gli italiani vogliono vivere nei quartieri dove ci sono più esercizi di prossimità, perché questi rafforzano le comunità (per il 64% degli intervistati), fanno sentire più sicure le persone (57%) e fanno crescere il valore delle abitazioni (fino al 26% in più). La chiusura dei negozi, poi, preoccupa e intristisce i cittadini, soprattutto al Nord e nelle città di medie dimensioni, che percepiscono chiaramente quali tipologie merceologiche siano a maggiore rischio”.
Questa la sintesi tracciata da Confcommercio e relativa a un’indagine fatta in collaborazione con SWG nell’ambito del progetto Cities, che si occupa di contrasto alla desertificazione commerciale nelle città.
«Anche nell’era digitale i negozi di vicinato sono insostituibili. Rendono le città più vivibili, più attrattive e più sicure – afferma il presidente Confcommercio Carlo Sangalli – È necessario, però, contrastare la desertificazione che sta facendo scomparire molte attività commerciali. Occorre incentivare l’innovazione e sostenere la riqualificazione urbana attraverso un miglior utilizzo dei fondi europei».
I cittadini e i negozi di vicinato: importanti per quasi nove su dieci
La presenza dei negozi di vicinato guida anche le preferenze dei cittadini. Per l’88% dei cittadini, i negozi sono determinanti nella scelta del quartiere nel quale vivere, mentre solo una persona su 10 preferisce vivere in una zona esclusivamente residenziale, senza servizi di prossimità.
Nell’opinione dei cittadini, inoltre, uno stesso immobile può veder crescere il suo valore almeno del 20% quando collocato in una zona residenziale con molti negozi di prossimità, mentre in un quartiere dove sono in corso fenomeni di desertificazione commerciale potrebbe perderne il 15%.
Ai negozi di prossimità viene riconosciuto un valore sociale (sono visti come luogo di incontro e socialità). Gli acquisti che più spesso vengono fatti nei negozi vicini all’abitazione sono quelli di farmaci (64%) e tabacchi (59%). Ci si allontana invece per altri consumi: per abbigliamento (64%), alimentari a lunga conservazione (60%), accessori per la casa (60%) e prodotti di elettronica (53%) i luoghi d’acquisto prevalenti diventano centri commerciali e grandi strutture come megastore e outlet.
I negozi e la desertificazione commerciale
La desertificazione commerciale, il calo o l’assenza di negozi di vicinato, è anche una delle ragioni per cui le spese vengono fatte fuori quartiere. I consumatori avvertono una riduzione soprattutto per i negozi specializzati, come nel caso dei negozi di abbigliamento ed elettronica (46%) e dei servizi essenziali, tra cui gli alimentari (42%); solo i servizi per il tempo libero (tra cui bar e ristoranti) sono percepiti in aumento dal 43% degli intervistati.
È un fenomeno che riguarda tutto il territorio ma che viene percepito diversamente a seconda del contesto sociale. A Nord il 43% degli abitanti segnala processi di desertificazione, al Sud lo fa il 31%.
Le chiusure dei negozi vengono percepite in modo più netto nelle città tra 100 e 250mila abitanti, meno in quelle tra 30 e 100 mila.
Diversa, spiega Confcommercio, è anche la percezione del fenomeno tra chi vive nei grandi e nei piccoli centri: “per i primi desertificazione è sinonimo di aumento del degrado urbano, riduzione della qualità della vita e riduzione della sicurezza, per i secondi sta a indicare prevalentemente riduzione delle occasioni di lavoro, aumento del rischio di spopolamento e riduzione delle occasioni di socialità”.
UNC: negozi di vicinato fondamentali per gli anziani (e per la concorrenza)
Il ruolo dei negozi di vicinato è questione importante per i residenti (solo un cittadini su dieci dice di preferire una zona esclusivamente residenziale) e per i consumatori.
Spiega il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona: «I negozi di vicinato sono importanti. Per le persone anziane, poi, sono un presidio vitale, specie d’estate quando i figli sono in vacanza e non possono portarli al supermercato».
Non è solo questione di comodità ma anche di concorrenza, quindi è un fattore anche economico.
Prosegue Dona: «La concorrenza richiede che i consumatori abbiano la possibilità di confrontare il prezzo e la qualità di un prodotto in tutte le tipologie di esercizi: negozi, discount, mercati, supermercati. Se i megastore e gli outlet spazzassero via la concorrenza diventerebbero monopolisti di quella zona, con danno per i consumatori. Anche gli acquisti on line, pur essendo una grande comodità, non devono diventare la sola modalità di acquisto: le persone vogliono anche poter toccare, vedere di persona e provare un prodotto».
