
L'Antitrust avvia un'istruttoria sul servizio di vendita dei biglietti al Colosseo (Foto di www-erzetich-com da Pixabay)
Secondary ticketing, l’Antitrust avvia un’istruttoria sulla vendita dei biglietti al Colosseo
Secondo l’Autorità, i consumatori non riuscirebbero ad acquistare i biglietti sul sito del rivenditore ufficiale CoopCulture perché verrebbero acquistati in massa dai rivenditori secondari
L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Società Cooperativa Culture (CoopCulture), Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator per il servizio di vendita dei biglietti per l’ingresso al Parco Archeologico del Colosseo, che comprende le aree dell’Anfiteatro Flavio-Colosseo, del Palatino, del Foro Romano e della Domus Aurea.
“Secondo l’Autorità – spiega l’Autorità – i consumatori non avrebbero la possibilità di acquistare i biglietti sul sito del rivenditore ufficiale CoopCulture, perché verrebbero comprati in massa da rivenditori secondari“.
Oggi i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi delle società Cooperativa Culture (CoopCulture) e Musement S.p.A. con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Vendita dei biglietti al Colosseo, l’indagine dell’Antitrust
“In base a quanto riportato da varie fonti di stampa – riferisce l’Antitrust – sin dalla fine del 2022 e nella prima metà del 2023, i biglietti per l’ingresso al Colosseo si sono esauriti subito dopo l’emissione sul sito di CoopCulture, mentre sono rimasti disponibili sulle piattaforme dei grandi operatori di intermediazione (Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator), che presumibilmente li acquistano in massa grazie all’impiego di sistemi automatici di acquisto (i cosiddetti “bot”)”.
“In seguito i biglietti vengono rivenduti a prezzo maggiorato sui propri canali, di solito in combinazione con altri servizi, quali ad esempio l’audioguida (in varie lingue oltre all’italiano), il servizio di guida turistica, il prelievo presso l’albergo, il giro turistico della città, la possibilità di “saltare” la fila”.
“Pertanto – prosegue l’Autorità – CoopCulture, in qualità di rivenditore ufficiale, sembra non aver predisposto sistemi idonei ad evitare l’accaparramento dei biglietti messi in vendita da parte di rivenditori alternativi, privando così i consumatori della possibilità di acquistare i titoli di accesso al prezzo ordinario”.
Codacons: servono norme più severe
“Il caso del Colosseo, con l’Antitrust che ha aperto una istruttoria sulla vendita dei biglietti di accesso, è l’ennesima dimostrazione che in Italia l’odioso fenomeno del “secondary ticketing” prosegue senza sosta“, lo afferma il Codacons, commentando l’indagine avviata dall’autorità per la concorrenza.
“I biglietti di concerti ed eventi, ma anche quelli di ingresso ad importanti siti culturali come il Colosseo, spariscono a tempo di record dai canali ufficiali per comparire sui siti secondari a prezzi maggiorati, raggiungendo in alcuni casi livelli astronomici – spiega il presidente Carlo Rienzi – Un fenomeno che crea danni economici da centinaia di milioni di euro all’anno agli utenti e che le norme finora introdotte non hanno saputo arginare”.
“Per questo chiediamo al Governo di introdurre nuove disposizioni in grado non solo di bloccare il “secondary ticketing”, ma anche di sanzionare in modo pesantissimo quei siti che, ricorrendo a sofisticati sistemi automatici, fanno sparire i biglietti dai canali ufficiali per rivenderli poi a prezzi maggiorati”, conclude Rienzi.

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