Tari “gonfiata”, Mef: la parte variabile si applica una sola volta
La parte variabile della Tari, la tariffa sui rifiuti, va calcolata una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica. Il Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia ha pubblicato la circolare che illustra la corretta modalità applicativa della Tari, la tassa sui rifiuti, finita nell’occhio del ciclone nelle ultime settimane a causa dell’errato conteggio fatto da alcuni Comuni, che hanno computato la quota variabile sia in relazione all’abitazione che alle pertinenze (cantine, garage) determinando in tal modo una tassa più alta.
“Il chiarimento si è reso necessario a seguito del calcolo che alcuni Comuni hanno adottato, in base al quale la parte variabile della tassa è stata moltiplicata per il numero delle pertinenze. In questo modo sono risultati importi decisamente più elevati rispetto a quelli che sarebbero risultati applicando la quota variabile una sola volta”, spiega il Mef.
La circolare stabilisce quindi che, con riferimento alle pertinenze dell’abitazione, appare corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica. ‘’Un diverso modus operandi da parte dei comuni – è scritto nella circolare – non troverebbe alcun supporto normativo, dal momento che condurrebbe a sommare tante volte la quota variabile quante sono le pertinenze, moltiplicando immotivatamente il numero degli occupanti dell’utenza domestica e facendo lievitare conseguentemente l’importo della Tari’’. Per ‘superficie totale dell‘utenza domestica’ si intende la somma dei metri quadri dell’abitazione e delle relative pertinenze. La circolare stabilisce poi che i consumatori possono chiedere il rimborso ai Comuni. Qualora il contribuente riscontri un errato computo della parte variabile della tassa sui rifiuti effettuato dal Comune o dal soggetto gestore del servizio, spiega il Mef, può chiedere il rimborso del relativo importo in ordine alle annualità a partire dal 2014, anno in cui la Tari è entrata in vigore.
Alcune volte i regolamenti comunali possono non contenere le concrete modalità di calcolo e in questo caso il Mef invita i Comuni a fare i necessari adeguamenti. Si legge nella circolare: “Si precisa, infine, che i regolamenti comunali di disciplina della Tari in molti casi non contengono un’espressa e univoca previsione in ordine alle concrete modalità di calcolo della tassa nell’ipotesi di cui si tratta, potendosi manifestare l’errore in sede di applicazione degli atti regolamentari ai fini dell’emissione degli inviti di pagamento che specificano le somme dovute per ogni utenza. Qualora, peraltro, i comuni abbiano adottato disposizioni il cui contenuto si riveli difforme rispetto ai criteri di calcolo in questa sede chiariti, si invitano gli stessi a procedere ai necessari adeguamenti delle proprie previsioni regolamentari”.
Tutto bene, dunque? Secondo l’Unione Nazionale Consumatori la Tari “gonfiata” va restituita in automatico, senza dare al consumatore anche l’onere di dover presentare la domanda. Sostiene il presidente dell’associazione Massimiliano Dona: “Bene il chiarimento, ma è evidente che la Tari gonfiata va restituita direttamente dai Comuni, senza bisogno che il contribuente sia costretto a chiedere il rimborso o a procedere a complicatissimi calcoli per calcolare il giusto importo della Tari. Anche perché molti avvisi di pagamento dei Comuni non specificano con esattezza la ripartizione della quota variabile in relazione alle pertinenze, rendendo ancor più difficile la verifica. Una ragione in più – dice Dona – perché siano i Comuni stessi, con un provvedimento di autotutela, a rifare i calcoli e a restituire spontaneamente i soldi indebitamente percepiti”.
“I comuni dovrebbero essere in grado di restituire automaticamente quanto hanno percepito indebitamente”, dice a sua volta Federconsumatori. “Riteniamo sia comunque indispensabile un confronto con l’Anci affinché si aprano a livello territoriale dei tavoli di confronto per definire la riorganizzazione del sistema di raccolta, che preveda un abbassamento dei costi di gestione. Fin dal primo momento, infatti, abbiamo sollecitato l’Anci a confrontarsi su questa delicata questione, per delineare un piano per la restituzione di quanto dovuto ai cittadini, che fosse sostenibile per i Comuni e che, soprattutto, non finisse per gravare sulle aliquote applicate in futuro. Siamo estremamente preoccupati, infatti, relativamente ai possibili rincari indiscriminati sulla Tari nel prossimo anno: si finirebbe, così, per far pagare ai cittadini i rimborsi di quanto prelevato dai Comuni con la doppia computazione della quota variabile sulle pertinenze”.
“Ora i Comuni colpevoli di aver gonfiato la tariffa Tari provvedano ad un rimborso automatico in bolletta per i contribuenti danneggiati, senza caricarli di nuovi oneri – dichiara Roberto Tascini, presidente dell’Adoc – i contribuenti hanno il sacrosanto diritto al rimborso di quanto indebitamente hanno pagato, ma preferiremmo che si adottasse una soluzione che non scateni una corsa alla vertenza, con aggravio di costi a danno dei cittadini. E attenzione alla beffa per gli altri contribuenti. Difatti, in base al Decreto Ronchi (D.Lgs 22/97), ogni anno il Comune determina un piano di costo per lo smaltimento dei rifiuti, modulando la tassa tra i suoi contribuenti in modo da coprire quel costo. Avendo ora scoperto che alcuni in passato hanno pagato più del dovuto e avranno diritto a un rimborso, il Comune spenderà comunque la cifra preventivata per il costo del servizio, ma gli incassi saranno minori. Pertanto di questi costi deve rientrare, spalmando su tutti gli altri contribuenti i costi del mancato incasso. Ci auguriamo, per questo, che il Ministero, il Governo e gli Enti locali adottino soluzioni che impediscano la possibile beffa a danno degli altri contribuenti.”
Codici ha avviato lo sportello “InformaTari” per ottenere i rimborsi. Il Movimento Difesa del Cittadino, da parte sua, prosegue la campagna SOS Tari e invita l’Anci a un confronto con la proposta di attivare un Tavolo istituzionale con le associazioni dei consumatori per garantire trasparenza, uniformità e rapidità nella restituzione delle somme e la predisposizione di un nuovo Regolamento Tari a norma da proporre quale modello per le amministrazioni locali. “Il Ministero purtroppo non ha dato istruzioni ai Comuni relativamente a rimborsi automatici o a compensazioni con le prossime annualità del tributo, il cui versamento della seconda rata in molti comuni scade proprio in questi giorni – commenta il presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino Francesco Luongo – quindi saranno i contribuenti interessati a riavere quanto indebitamente pagato a dover necessariamente presentare apposita istanza”.
Notizia pubblicata il 21/11/2017 ore 16.05