Tazzina di caffè a 2 euro, Assoutenti: rischio sempre più reale (Foto Pixabay)

Tazzina di caffè a 2 euro, Assoutenti: rischio sempre più reale

La tazzina di caffè a 2 euro è una possibilità sempre più concreta. Le quotazioni del caffè Arabica sono ai massimi dagli anni Settanta, corrono anche quella della Robusta e ci sono problemi legati al clima nei paesi produttori. I consumatori cambieranno abitudini e rinunceranno all’espresso al bar?

La tazzina di caffè a 2 euro è un rischio sempre più reale. I prezzi del caffè Arabica sono ai massimi livelli agli anni Settanta, crescono le quotazioni anche della Robusta, ci sono problemi della produzione e nei raccolti nei principali paesi produttori e tutto questo, a cascata, rischia di determinare l’aumento del prezzo del caffè per i consumatori finali. È quanto paventa Assoutenti davanti all’analisi dell’andamento delle quotazioni del caffè.

«Le forti tensioni che hanno investito le quotazioni del caffè si ripercuoteranno sui listini praticati al pubblico, portando a inevitabili ritocchi al rialzo per la classica tazzina servita al bar, ma anche per il cappuccino – ha spiegato il presidente Assoutenti Gabriele Melluso – Negli ultimi anni l’espresso ha subito continui aumenti di prezzo, al punto che nel primo semestre del 2024 il prezzo medio nelle principali città si è attestato a 1,19 euro rispetto a 1,03 del 2021, con un rincaro del +16,1% in tre anni. Per non parlare del caffè consumato al tavolo, che in alcune zone d’Italia a forte vocazione turistica può arrivare anche a 5 euro».

Crescono le quotazioni del caffè

Per l’associazione il rischio di ritrovarsi a pagare un espresso al bar 2 euro è sempre più concreto. Le quotazioni del caffè sono ai massimi da anni.

L’Arabica sulla piazza di New York ha raggiunto i 3,19 dollari per libbra con un rialzo del 70% da inizio anno, mentre il Robusta segna i valori più alti dagli anni Settanta. Le cause della corsa al rialzo sono molteplici, dalle condizioni del clima nei principali paesi produttori di caffè a difficoltà nella logistica.

In Brasile c’è preoccupazione sul livello di produzione a causa della forte siccità mentre il Vietnam è stato colpito prima da siccità poi da forti piogge. I due paesi, spiega un approfondimento di Sky Tg 24, sono “i maggiori coltivatori di caffè a livello globale, con il Brasile che esporta soprattutto la varietà premium Arabica e il Vietnam leader sul mercato per quanto riguarda la varietà Robusta”. Ci sono problemi legati al clima anche negli altri paesi produttori. La situazione dei raccolti rischia di avere un impatto sulla produzione mondiale di caffè e di ripercuotersi fino al consumatore, anche perché come informa Bloomberg, citato da Sky, i venditori del prodotto hanno aumentato i prezzi e tagliato gli sconti per proteggere i margini di profitto. Altre questioni sono relative all’impatto delle normative europea in materia di deforestazione e sull’incertezza della loro entrata in vigore (l’applicazione del regolamento è stato di recente rinviata).

Caffè al bar, quando il prezzo è giusto? La querelle dell’estate (Foto Chevanon Photography per Pexels)

Cambiamenti nel rito del caffè?

Il rito del caffè al bar potrebbe dunque costare sempre più caro. È un allarme che si rincorre da tempo, legato anche al riconoscimento della qualità del caffè presente in tazzina, ma che diventa sempre più reale per Assoutenti.

Spiega ancora Melluso: «Dopo il caro-energia che ha fatto impennare i listini, i nuovi record toccati dalle quotazioni del caffè rischiano di far diventare sempre più reale e vicina l’ipotesi della tazzina a 2 euro paventata pochi mesi fa dai produttori: ipotesi che determinerebbe una stangata per le tasche dei consumatori e che provocherebbe una modifica radicale nelle abitudini degli italiani, considerato che in Italia vengono serviti nei locali pubblici circa 6 miliardi di caffè all’anno, generando un giro d’affari di circa 7 miliardi di euro».

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