Fiducia dei consumatori in calo, Associazioni: serve un cambio di rotta immediato
Secondo le associazioni il costo della vita è diventato ormai insostenibile, i consumatori sono pessimisti e questo porterà a una forte riduzione dei consumi
A novembre, secondo i dati diffusi dall’Istat – cala l’indice del clima di fiducia dei consumatori e scende anche l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese (da 97,4 a 96,6 e da 93,4 a 93,1 rispettivamente).
Tra i consumatori, in particolare, si evidenzia soprattutto un peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura: il clima economico cala da 99,7 a 97,8 e quello futuro si riduce da 95,0 a 93,8. Più contenuto il calo del clima personale (da 96,6 a 96,2) e di quello corrente (da 99,2 a 98,7).
“L’indice di fiducia dei consumatori – commenta l’Istat – evidenzia un’evoluzione sfavorevole dovuta principalmente al peggioramento delle attese sulla disoccupazione e delle opinioni sull’opportunità di acquistare beni durevoli nella fase attuale”.
In calo la fiducia dei consumatori, il commento delle associazioni
Per il Codacons si tratta di “un segnale di allarme, che riflette le preoccupazioni di famiglie e attività produttive circa la situazione economica del Paese”.
“Le famiglie italiane bocciano la Manovra e le nuove misure annunciate dal governo, dimostrando un generalizzato pessimismo sul futuro del paese – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Preoccupa in particolare la diminuzione dell’indice sulla propensione all’acquisto di beni durevoli, perché in presenza di una scarsa fiducia le famiglie riducono i consumi nel breve termine e rimandano al futuro gli acquisti, con effetti negativi a cascata su industria, commercio ed economia. Ciò che manca da parte del governo è un impegno reale sul fronte dei prezzi, che dopo due anni di inflazione alle stelle dovrebbe diminuire, e della difesa del potere d’acquisto dei cittadini”.
Secondo l’Unione Nazionale Consumatori il calo della fiducia dei consumatori avrà un peso sulle scelte di consumo nel periodo natalizio. Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, prevede “una gelata sui consumi di Natale, considerato che a crollare maggiormente è proprio la componente relativa alle opportunità di acquistare beni durevoli, che precipita da -60,6 a -71, oltre 10 punti percentuali in meno, -10,4, ossia i beni che si comperano tipicamente a Natale. Non vanno bene anche i giudizi e le attese sulla situazione economica della famiglia, anche se la caduta è più contenuta”.
“Urge una svolta, che purtroppo non si vede nella prossima Legge di Bilancio, atteso che non serve a molto aiutare i ceti più abbienti, quelli che guadagnano fino a 40 mila o peggio ancora 50 mila euro, ma le famiglie più in difficoltà, per le quali invece ci si limita a riconfermare le misure già attuate lo scorso anno, pur se rendendole strutturali”, conclude Dona.
Analogo il parere di Anna Rea, Presidente Adoc nazionale: “l’aumento dei prezzi erode il potere d’acquisto delle famiglie, i redditi sono sotto pressione, le bollette continuano a salire: il costo della vita è diventato insostenibile. Questo pessimismo si traduce in una riduzione dei consumi ed è alimentato da una manovra economica che non rappresenta le persone e rischia di paralizzare l’economia. Le misure adottate finora non sono sufficienti a fronteggiare l’emergenza sociale ed economica in corso“.
“Per questo – prosegue Rea – condividiamo le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori che domani incroceranno le braccia per lo sciopero generale di Uil e Cgil. Spendere i propri magri stipendi per scioperare è un atto di coraggio che testimonia il profondo disagio e la sofferenza di milioni di persone. È necessario un cambio di rotta immediato, con interventi mirati a sostenere i redditi, calmierare i prezzi e rilanciare i consumi”.