Comunità energetiche rinnovabili, via libera all’incentivo da Bruxelles (Foto Pixabay)

La Commissione europea ha dato il via libera al decreto italiano di incentivazione alla diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Il decreto italiano è incentrato su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa e un contributo a fondo perduto. La potenza finanziabile è pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027.

Pichetto: nuova fase storica nel rapporto fra cittadini ed energia

«Siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energiaha detto il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto – Ora le Comunità energetiche rinnovabili potranno diventare una realtà diffusa nel Paese, sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Grazie alle Comunità energetiche, infatti, ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo, pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti FER».

Comunità energetiche rinnovabili, il via libera della Commissione

La Commissione europea ha dunque approvato, ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, un regime italiano per un importo di 5,7 miliardi di euro, che in parte viene concesso mediante il dispositivo per la ripresa e la resilienza, al fine di sostenere la produzione e l’autoconsumo di energia elettrica rinnovabile.

«Questo regime per un importo di 5,7 miliardi di euro consente all’Italia di sostenere la produzione e l’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili da parte delle comunità energetiche – ha detto il commissario Didier Reynders, responsabile della politica di concorrenza – Rafforzerà l’impegno dei cittadini e la loro partecipazione diretta alla transizione verso l’energia verde aiutando le comunità locali a moltiplicare gli impianti di produzione di energia rinnovabile. La misura di aiuto italiana contribuirà, in linea con il Green Deal europeo, al conseguimento degli obiettivi in materia di decarbonizzazione e produzione di energia elettrica dell’UE e dell’Italia».

Due le misure di aiuto previste. La prima, spiega una nota di Bruxelles, è “una tariffa vantaggiosa sul quantitativo di energia elettrica consumato dagli autoconsumatori (clienti finali che generano energia elettrica da fonti rinnovabili per il proprio consumo) e dalle comunità energetiche rinnovabili (soggetti giuridici che permettono ai cittadini, alle piccole imprese e alle autorità locali di produrre, gestire e consumare la propria energia elettrica), pagata su un periodo di 20 anni. La misura, con un bilancio totale di 3,5 miliardi di €, sarà finanziata mediante un prelievo sulle bollette dell’energia elettrica di tutti i consumatori”.

La seconda è una sovvenzione agli investimenti fino al 40 % dei costi ammissibili, per un bilancio totale di 2,2 miliardi di euro, finanziata mediante il dispositivo per la ripresa e la resilienza. Per beneficiare dei finanziamenti a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza, i progetti ammissibili devono diventare operativi prima del 30 giugno 2026 e dovrebbero essere ubicati in comuni con meno di cinquemila abitanti.

La potenza finanziabile, spiega il Ministero dell’Ambiente, è pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027. È inoltre previsto per le Comunità realizzate nei comuni sotto i 5.000 abitanti, un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. Questa misura è finanziata con 2,2 miliardi dal PNRR, con l’obiettivo di realizzare una potenza complessiva di almeno 2 Gigawatt. Il contributo a fondo perduto potrà di essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti.

I benefici previsti, prosegue il Ministero, riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse. Per le comunità energetiche rinnovabili, i destinatari del provvedimento possono essere gruppi di cittadini, condomìni, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi. La potenza dei singoli impianti non può superare il Megawatt.


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