Legambiente: su unfakenews.it smontiamo le bufale sul nucleare
Legambiente “smonta” alcune notizie sul nucleare e sull’ipotesi di adottarlo per il futuro. “La strada da seguire è quella delle rinnovabili, dell’efficienza e dell’innovazione tecnologica”
Rispetto al nucleare, compresa la tecnologia di IV generazione, rimangono irrisolti tre problemi di fondo: la pericolosità degli impianti, le scorie nucleari e i costi esorbitanti.
E se non c’è più tempo per affrontare il cambiamento climatico, il nucleare non può essere la soluzione perché (anche se funzionasse davvero) avrebbe tempi decisamente troppo lunghi. Torna sul nucleare e sulla paventata ipotesi di rilanciarlo Legambiente, che attraverso il sito unfakenews.legambiente.it spiega e smonta quelle che definisce le “bufale” sul nucleare: il risparmio in bolletta, la sicurezza degli impianti, il timore di subalternità per chi non investirà sulle tecnologie. No: non si risparmia in bolletta, non si può dire nulla sulla sicurezza, e l’opzione nucleare per l’Italia non è davvero percorribile.
“Non perdiamo tempo a discutere di nucleare”
«Non perdiamo tempo inutilmente a discutere di nucleare nel nostro Paese – dice il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – La vera e unica strada che il nostro Paese deve percorrere è quella dello sviluppo delle rinnovabili, dell’efficienza e dell’innovazione tecnologica, sia per accelerare la transizione ecologica ed energetica, sia per rispettare gli obiettivi per il clima fissati al 2030 ed azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050».
L’associazione chiede al Governo lo stop ai sussidi alle fonti fossili, l’obiettivo del meno 65% di gas serra entro il 2030, la semplificazione degli iter per il fotovoltaico sulle coperture degli edifici e deli impianti eolici e una buona spesa dei soldi del Next Generation Eu.
La campagna Unfakenews
Sul tavolo c’è la questione del nucleare e della tecnologia “di IV generazione”. L’associazione ambientalista, attraverso la sua campagna unfakenews realizzata insieme a La Nuova Ecologia e nata per contrastare le bufale ambientali, smonta alcune fake news sul nucleare.
La campagna https://unfakenews.legambiente.it/ promette di essere “un’azione forte contro la deriva anti scientista che attraversa il Paese, per rimettere al centro del dibattito “verde” l’ambientalismo scientifico”. Sul sito dedicato si trovano approfondimenti scientifici, documenti dell’associazione, testimonianze di esperti e contenuti a prova di bufala.
Nucleare, di cosa stiamo parlando
La tecnologia nucleare non ha risolto tre problemi di fondo: la pericolosità degli impianti, il problema delle scorie nucleari e, infine, i costi esorbitanti.
Come si legge sulla sezione dedicata del sito, con “nucleare di IV generazione” ci si riferisce all’energia ricavabile dalla scissione di atomi molto pesanti come uranio, plutonio e torio, che possano migliorare la Terza generazione “avanzata”, “III plus” o “III+”. Promette come obiettivi sostenibilità, economicità, sicurezza e affidabilità, riduzione della produzione di scorie radioattive, resistenza alla proliferazione nucleare e protezione fisica. Sono in realtà progetti che da vent’anni non trovano finanziamenti né pubblici né privati, di dimensioni tali da consentire un loro decollo.
«Al netto di altre questioni aperte lasciate dalla produzione di energia nucleare (la sicurezza, lo smaltimento delle scorie, il decomissioning delle centrali chiuse, la costruzione in Italia del deposito definitivo di superficie per i rifiuti radioattivi a bassa e media attività, il costo di produzione per kilowattora), anche se si decidesse, a livello mondiale, di investire in questa forma di produzione di energia come contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, questa sarebbe una scelta contraddittoria con quel “Non c’è più tempo” che dal VI rapporto dell’IPCC è ormai travasato anche nei pronunciamenti pubblici dei leder politici».
Il nucleare: domande e risposte di unfakenews
Se utilizzassimo il nucleare la nostra bolletta elettrica sarebbe decisamente più bassa?
No. Senza considerare i problemi della sicurezza, gli incidenti gravi e le scorie da smaltire, trent’anni fa questa affermazione poteva sembrare plausibile. Ma nei decenni i costi del nucleare sono saliti sempre di più, mentre quelli delle rinnovabili sono scesi a livelli sempre più bassi. Oggi il kWh di energia elettrica prodotto dal nucleare costa più del doppio dell’energia prodotta dal fotovoltaico o dall’eolico. Secondo il World Nuclear Industry Status Report, nel 2020 produrre 1 kilowattora (kWh) di elettricità con il fotovoltaico è costato in media nel mondo 3,7 dollari, con l’eolico 4,0 dollari, con il nucleare 16,3 dollari.
Con le tecnologie di IV generazione le centrali nucleari saranno sicure, senza nessun rischio per l’incolumità pubblica?
No. Non esistono impianti industriali di quarta generazione e di conseguenza basi per tale affermazione. Le tecnologie di IV generazione prevedono inoltre lo sviluppo di reattori “veloci”, di tipo fastbreeder (autofertilizzanti), che presentano criticità di sicurezza maggiori e usano il Plutonio, che è il più radio tossico degli elementi radioattivi e, soprattutto, il più proliferante verso le armi nucleari.
Siamo rimasti fra i pochi Paesi al mondo a non investire sul nucleare. Questo ci condannerà alla subalternità?
No. La Germania ha deciso di chiudere l’ultima centrale nucleare a fine 2022. E il successo elettorale dei Verdi nelle ultime elezioni rende improbabile una revisione di questa decisione. Nel mondo soltanto 13 Paesi hanno in corso progetti di costruzione di centrali nucleari. La vera subalternità la rischiamo nelle tecnologie delle fonti rinnovabili, se non vengono rimossi gli impedimenti burocratici che, ad esempio, stanno bloccando lo sviluppo del fotovoltaico. Ma il problema è soprattutto un altro: non c’è più tempo, entro il 2030 l’Italia deve raggiungere i propri obiettivi per il clima. Nel nostro Paese è impensabile costruire e mettere in servizio centrali nucleari che possano dare in tempo utile un contributo per il clima. E lo stesso Ad dell’Enel, Starace, ha riconosciuto poco tempo fa nella conferenza di Cernobbio che il nucleare non è per l’Italia una partita da giocare.