Per un debito residuo di 6 centesimi Equitalia invia, dopo anni, una richiesta di pagamento di ben 328 euro. Sembra incredibile ma è quanto accaduto a un cittadino che si è rivolto a Codici e che aveva l’unica “colpa” di aver saldato una cartella con un giorno di ritardo, pensando che il debito fosse pagato una volta per tutte. “Cartelle da 6 cent che lievitano fino a 300 euro. Cartelle con cifre esorbitanti che gettano nella disperazione cittadini già appesantiti dalla crisi economica. Presunti errori che prevedono lunghissimi iter burocratici per essere risolti”: questi i comportamenti che Codici torna a imputare all’agenzia di riscossione.
Nel caso denunciato, la cartella arrivata al cittadino riguardava un debito di 818 euro, che veniva saldato un giorno dopo la scadenza, cioè il 30/12/2003. Spiega Codici: “Il cittadino, inconsapevole delle conseguenze del ritardo che, appunto, aveva determinato un debito residuo di 0,06 centesimi, pensava di essere in pari con Equitalia, ma le cose non stavano così. Il sollecito da parte dell’Agenzia, infatti, arriva solo dopo anni e richiede una cifra complessiva pari a ben 328 euro, comprensiva della sanzione pecuniaria di 245 euro, più 65 di interessi di mora, oltre a 11 euro di compensi e 5 euro di diritti di notifica. Insomma, da pochi centesimi si può passare così “facilmente”a più di 300 euro. Ma è questo il modo di operare?”.
Altro esempio citato dall’associazione è una storia appresa dalla cronaca: “Riguarda il conto salatissimo, di ben 22 milioni di euro, che l’Agenzia delle Entrate di Treviso chiede a un anziano commercialista di saldare con l’Erario per le presunte tasse non pagate su ingenti movimenti finanziari “non giustificati” relativi all’anno 2008. A giudicare dal cittadino, però, che si ritiene un contribuente onesto, è Equitalia  a sbagliare. Ma sono possibili sbagli riguardanti somme così ingenti? Non dovrebbero essere previste delle misure da parte dell’Agenzia per verificare le cartelle, prima di inviarle e destare sconforto nei consumatori?”. L’associazione continua così a sollevare il caso dei metodi di riscossione di Equitalia, tanto più in una situazione generale di crisi economica che spesso spinge alla disperazione: “I cittadini sono stanchi e meritano un servizio più efficiente e flessibile, soprattutto nei confronti di soggetti in grave sofferenza economica e sociale”.


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