Lottomatica-Censis: “Il gioco legale è nemico di quello illegale” (Fonte foto Pixabay)

Lottomatica-Censis: “Il gioco legale è nemico di quello illegale”

Il gioco legale è in ripresa dopo la pandemia: la raccolta è pari a 136 miliardi. Nell’opinione degli italiani, il gioco legale è “nemico” di quello illegale. I dati del secondo rapporto Lottomatica-Censis sul gioco legale in Italia E nell’opinione degli italiani, il gioco legale è “nemico” di quello illegale. I dati del secondo rapporto Lottomatica-Censis sul gioco legale in Italia

Il gioco legale è in ripresa dopo gli anni della pandemia. E nell’opinione degli italiani, il gioco legale è “nemico” di quello illegale. Dopo la pandemia del 2022 c’è stata “una significativa ripresa del settore del gioco legale, che ha portato la raccolta – ovvero il totale delle puntate dei giocatori – a superare i livelli pre-pandemici, con 136 miliardi (+23,1% rispetto al 2019). Al netto delle vincite, la spesa dei giocatori nel 2022 è stata di 20,3 miliardi di euro. Nel 2022 risalgono anche le entrate erariali, che sono state di 11,2 miliardi di euro. Si tratta di un valore prossimo a quello del 2019”.

È quanto evidenzia il Secondo Rapporto Lottomatica-Censis sul gioco legale in Italia, pubblicato nei giorni scorsi, che parte da due considerazione, ritenute nel dossier “due verità elementari”.

Sono le seguenti: “il gioco è un’attività ordinaria, di puro divertimento, che milioni di italiani svolgono in modo assolutamente spontaneo e naturale; il gioco legale è il nemico più irriducibile del gioco illegale, di solito gestito dalla criminalità organizzata”.

Il gioco legale nella vita quotidiana

Il gioco legale nella vita quotidiana coinvolge quasi 23 milioni di persone. “Al 47% degli italiani è capitato di giocare a uno o più giochi legali nel corso dell’ultimo anno tra Lotto, Lotteria, Superenalotto, scommesse sportive e no, Bingo, giochi online, slot machine”.

Tra coloro che giocano, al 56,4% è capitato nell’anno di farlo online: al 17,2% è capitato spesso, al 39,2% di tanto in tanto. Il 43,6% di chi ha giocato legalmente nell’ultimo anno, invece, non lo ha mai fatto online. Hanno fatto più ricorso al gioco legale online i giovani (il 74,7%, di cui il 20,1% spesso), gli uomini (il 63,5%, il 20,1% spesso), i laureati (il 61,8%, di cui il 15,9% spesso) e i residenti al Sud e Isole (62,2%, il 24,6% spesso).

 

Indagine Censis 2023 Secondo Rapporto Lottomatica-Censis sul gioco legale in Italia

 

“Meno gioco legale = più gioco illegale”

Il dossier sostiene l’esistenza di un rapporto “irriducibilmente inverso” tra gioco legale e gioco illegale. “Nella percezione degli italiani la limitazione del gioco legale favorirebbe quello illegale: infatti, il 61,3% ritiene che se si limitasse fortemente il gioco legale si ridurrebbero gli italiani che giocano legalmente, ma aumenterebbero in maniera consistente quelli che lo fanno in modo illegale, a beneficio della criminalità organizzata”.

Mentre “il 77,4% degli italiani (l’82,7% tra i giovani) ritiene che il gioco legale, regolato e gestito dallo Stato, sia un argine contro il gioco illegale regolato e gestito dalla criminalità organizzata”.

Gli intervistati dicono anche no al proibizionismo, nel senso che “l’80,6% è convinto che proibire il gioco legale comporterebbe un rafforzamento del gioco illegale e della criminalità che lo controlla e gestisce”.

Quasi sette italiani su dieci (68,8%) si dicono inoltre contrari a limitare i luoghi fisici (bar, tabaccherie) in cui è possibile giocare legalmente.

 

Indagine Censis 2023 Secondo Rapporto Lottomatica-Censis sul gioco legale in Italia

Sensibilizzazione al gioco responsabile

Sensibilizzare al gioco responsabile lasciando la scelta al consumatore è il percorso sostenuto dagli intervistati. Quasi nove italiani su dieci (89,7%) sono convinto che “lo Stato abbia il compito di sensibilizzare e informare sui rischi di dipendenza dal gioco, ma che ciascuno debba poi essere libero di decidere se giocare o meno”. Questa opinione risulta trasversale rispetto a età, sesso, reddito, titolo di studio, territorio di residenza e situazione occupazionale. Ne sono più convinti i giovani (88,2%), gli alti redditi (95,1%) e i diplomati (91,7% ).


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