Transizione energetica, per il 61% degli italiani bisogna accelerare (Foto Pixabay)

La crisi dell’energia incrementa l’urgenza di accelerare la transizione energetica e oltre sei italiani su dieci esprimono la necessità di accelerare sulla transizione green, mentre solo il 10% punta su fossili e nucleare. In generale gli italiani hanno una visione positiva della transizione energetica, collegandola all’ambiente (51%), al futuro e al progresso tecnologico (38%).

Il 61% esprime la necessità di accelerare il processo di transizione e fornire maggiori incentivi (35%) e semplificazioni delle autorizzazioni (24%) per favorire l’adozione delle energie rinnovabili in Italia. È uno dei dati che emerge dall’indagine “Gli italiani e l’energia 2023” realizzata da Ipsos per Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club e presentata questa mattina al XVI Forum QualEnergia “Rinnovabili: innovazione in cantiere.

 

Osservatorio gli italiani e l’energia, Forum QualEnergia 2023

 

“Il paese è pronto per la rivoluzione energetica”

«Il sondaggio Ipsos – afferma Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – dimostra che il Paese è pronto per la rivoluzione energetica. Il Governo Meloni inverta la rotta, avvii il phasing-out delle fossili e sblocchi una transizione ecologica che punti su rinnovabili, efficienza energetica, accumuli e reti, e sulla decarbonizzazione in edilizia, trasporti, agricoltura e industria come chiesto nella petizione “Stop fossili, start rinnovabili”. È antistorico e impopolare parlare ancora di Piano Mattei e nucleare in un Paese predisposto a sfruttare al meglio l’energia del vento e del sole per rispondere alla sfida climatica. Il Governo non disattenda le speranze degli italiani di fare dell’Italia un hub delle rinnovabili».

Da un lato, afferma Legambiente, c’è la sfiducia per la crescente crisi energetica, dall’altro la consapevolezza che superarla è possibile premendo l’acceleratore sulla transizione ecologica, mettendo al centro le rinnovabili e abbandonando le energie fossili. Questo il futuro tracciato dagli intervistati che hanno risposto all’indagine.

 

Osservatorio gli italiani e l’energia, Forum QualEnergia 2023

Gli italiani, l’energia e la transizione energetica

Quali i principali risultati? Due cittadini su tre sono preoccupati per l’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti, pensando che possa influire negativamente sul bilancio familiare. Cresce la consapevolezza degli intervistati di dover accelerare rapidamente sulla transizione energetica come soluzione: lo pensa il 61% (+6% rispetto lo scorso anno), collegandola all’ambiente (51%) e al futuro e al progresso tecnologico (38%). Solo il 10% ritiene invece che sia necessario abbandonare la transizione energetica puntando su fossili e nucleare.

Rispetto alle rinnovabili – tema su cui il 46% degli italiani pensa che l’Italia sia in ritardo, ben al di sotto della media europea – oltre la metà degli intervistati (56%) considera che lo Stato debba concentrare le proprie risorse economiche sulle rinnovabili, anche al fine di scongiurare future crisi energetiche; appena il 16% pensa che debba incrementare i sussidi alle fossili. Per aumentare la quota delle rinnovabili secondo il 35% degli intervistati bisogna aumentare gli incentivi e secondo il 24% semplificare le autorizzazioni.

Il 53% degli italiani pensa che l’energia in Italia, nei prossimi 20 anni, deriverà proprio da fonti rinnovabili.

Circa 6 italiani su 10 ritengono che nel lungo termine i benefici della transizione energetica saranno superiori ai costi (57%). Effetti positivi saranno la riduzione della dipendenza estera (42%) e il risparmio dei costi per imprese e famiglie (35%).

«In questi giorni – dichiara Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club – in cui abbiamo misurato, grazie anche all’andamento delle trattative a Dubai per la COP28, che andiamo troppo lenti nella marcia verso la decarbonizzazione indispensabile per combattere la crisi climatica, sono di conforto due dati: la convenienza sempre più marcata delle rinnovabili e dell’efficienza in confronto alle fossili e la sempre più evidente attenzione dell’opinione pubblica sul tema. D’altra parte, il compromesso raggiunto in conclusione della COP28 dimostra che la strada per la decarbonizzazione è ormai è tracciata. Ora serve che la politica a livello internazionale, ma anche e soprattutto il nostro Paese, che non sta dando di sé grandi prove in quelle sedi, faccia un salto di qualità e imbocchi senza tentennamenti fossili la strada dell’innovazione moderna e pulita che è la migliore anche per creare ricchezza e occupazione».


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