Intelligenza artificiale, Adiconsum: i Consumatori la conoscono ma hanno poche certezze (Foto Pixabay)

Consumatori con poche certezze sull’intelligenza artificiale. Oltre sette su dieci la conoscono ma con forti disparità fra i giovani e gli over 60, che risultano i meno informati (solo il 43% ne ha sentito parlare a fronte della quasi totalità dei ventenni e dei trentenni e dell’85% dei quarantenni). Allo stesso tempo c’è una certa incertezza sulla valutazione relativa all’impatto che l’intelligenza artificiale avrà sulla vita delle persone, con un campione sostanzialmente diviso in tre fra chi indica un miglioramento, chi un peggioramento e chi parla di un impatto neutro.

A interrogare i consumatori sull’intelligenza artificiale (insieme ad altri temi come il ruolo delle tecnologia e dell’IA in campo agroalimentare) è un’indagine multisettoriale sulle nuove tecnologie e le loro applicazioni presentata da Adiconsum in occasione dell’evento “DICO Sì – Digitalizzazione e nuove tutele per i consumatori”. L’indagine è stata realizzata dall’Istituto Piepoli su un campione di mille persone.

L’obiettivo del progetto Dico Sì è avviare i cittadini a una svolta sostenibile e digitale che sia inclusiva delle diverse fasce di popolazione. Il progetto, avviato nel 2022 con il finanziamento del Ministero delle imprese e del Made in Italy, vuole “sviluppare tra i consumatori un approccio socialmente, ambientalmente ed economicamente sostenibile nei confronti della digitalizzazione e del consumo”. Si rivolge soprattutto alla popolazione più vulnerabile dal punto di vista economico e sociale: over 60, popolazione femminile e consumatori in generale.

 

Adiconsum progetto DicoSì

 

I consumatori e l’intelligenza artificiale

In media gli italiani affermano di avere ben chiaro il concetto di intelligenza artificiale (76% degli intervistati), nonostante vi siano grandi disparità di conoscenza a seconda della fascia di età. I più preparati in tema risultano i giovani (18-24 anni) che nel 97% dei casi hanno affermato di aver sentito nominare il termine contro il 43% degli over 64.

A questo gap generazionale se ne aggiunge anche uno di genere: solamente il 72% delle donne ha dichiarato di aver sentito parlare di AI contro l’82% degli uomini.

Per il 42% degli intervistati, l’impatto dell’intelligenza artificiale nella propria vita è considerato molto importante o abbastanza importante. Un dato che la ricerca evidenzia è però il clima di incertezza generale, che si riflette sull’opinione dei consumatori nei confronti dell’impatto dell’AI.

Il 39% afferma che migliorerà la loro vita, il 28% ha dichiarato che peggiorerà la loro vita e il restante 32% ritiene che l’impatto sarà neutro.

Il 37% indica il timore che l’IA possa influenzare (molto o abbastanza) negativamente la propria privacy, con una percentuale che varia però dal 49% nei giovani al 28% fra gli over 60, e un gap di genere fra uomini (42%) e donne (33%).

Il timore di un divario sociale generato dall ’AI coinvolge quasi metà della popolazione: il 45% delle persone intervistate sono molto d’accordo o abbastanza d’accordo sul fatto che l’AI produrrà divario sociale. Per quanto riguarda invece l’affermazione “Chi non conosce l’intelligenza artificiale o non la saprà utilizzare rimarrà tagliato fuori dalla società”, è del 39%, quasi quattro persone su dieci, la percentuale di chi si riconosce d’accordo (molto o abbastanza).

Tecnologie e agroalimentare

Mentre il tema dell’Intelligenza Artificiale raccoglie opinioni molto divergenti, soprattutto per quanto riguarda l’impatto sulla vita delle persone, l’atteggiamento rispetto all’utilizzo delle tecnologie nel settore agroalimentare è molto positivo.

Dalla ricerca emerge che “il 58% della popolazione intervistata ritiene che il ruolo delle tecnologie nel settore agroalimentare potrebbe aiutare la produzione della filiera agroalimentare e migliorare ciò che troviamo sulle nostre tavole, in particolare possiamo notare che la popolazione femminile tende ad essere leggermente più positiva rispetto a quella maschile nei confronti di questo tema – si legge nel report – Interessante rimarcare che la maggior parte dei consumatori (47%) ritiene che l’utilizzo della tecnologia nell’agroalimentare possa produrre effetti positivi sia in termini di aumento della produzione che di qualità”.

Oltre la metà della popolazione (54%) esprime un atteggiamento positivo sull’applicazione dell’intelligenza artificiale alla produzione agroalimentare soprattutto in relazione a benefici su sostenibilità ambientale, sociale ed economica di tutta la filiera.

Nel momento in cui le nuove tecnologie non modificano la genetica ma “permettono di creare dei prodotti migliori qualitativamente e/o in termini di sostenibilità ambientale”, emerge un atteggiamento in maggioranza positivo da parte della popolazione.


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