Inquinamento elettromagnetico, CESE propone una strategia di monitoraggio

Inquinamento elettromagnetico, CESE propone una strategia di monitoraggio

Il voucher per banda ultra larga va erogato solo a connessioni di almeno 100 Mbps, senza preferenza fra tecnologie, garantendo la mobilità degli utenti e la portabilità del credito. Altrimenti si avrebbero effetti distorsivi della concorrenza e controproducenti sull’obiettivo di digitalizzare il paese.

Questa in sintesi la posizione espressa dell’Antitrust nel parere sul Piano voucher per la connettività in banda ultra larga rilasciato al Ministero dello Sviluppo economico e pubblicato sull’ultimo bollettino dell’Autorità.

Piano voucher per banda ultra larga, i rilevi Antitrust

L’Antitrust «auspica che gli interventi di sostegno della domanda siano erogati solo alle connessioni con una velocità di almeno 100 Mbps, senza alcuna preferenza tra tecnologie. Tale previsione – si legge nel parere – risolverebbe i problemi di concorrenza dinamica tra operatori, favorirebbe gli investimenti in infrastrutture – anche quelli di modestissima entità quali la sostituzione di apparati VDSL con apparati VDSL2 ed EVDSL – e, al contempo, eviterebbe i rischi di discriminazione tra tecnologie».

 

Va inoltre garantita a mobilità degli utenti e la portabilità del credito.

«La possibilità di passare ad altro operatore in tempi rapidi e senza il pagamento di corrispettivi è necessaria per garantire la libertà di scelta dei consumatori e assicurare le condizioni per un corretto funzionamento delle dinamiche concorrenziali e potrebbe generare una concorrenza virtuosa tra operatori, volta a fornire ai consumatori le tecnologie migliori».

 

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Il piano voucher e la connettività in Italia

Il parere riguarda il piano di sostegno destinato a famiglie e imprese per il passaggio alla banda ultra larga, il documento “Piano voucher per la connettività in banda ultra larga di famiglie con ISEE fino a 50.000 euro e imprese”.

Le misure previste si inseriscono un contesto di evoluzione tecnologica che punta a velocità e performance elevate, con una connettività Internet che offra un downlink di almeno 100 Mbps, potenziabile a velocità Gigabit per tutte le famiglie europee, nelle aree rurali e in quelle urbane, secondo il piano della Commissione Ue al 2025.

A oggi l’89% delle abitazioni è raggiunto da linee ad almeno 30 Mbps, mentre solo il 30% circa delle case è raggiunto da connessioni con almeno 100 Mbps.

Entro la fine del 2020 il 96% delle unità immobiliari sarà raggiunto da linee che consentono una velocità di almeno 30 Mbps, mentre il 45% circa delle unità immobiliari sarà coperto da reti ad alta capacità (fino a 1 Gbps).

L’Italia, spiega l’Antitrust, è quintultima in Europa con riferimento ai tassi di adozione di servizi di telecomunicazione con velocità di almeno 100 Mbps, con una percentuale del 13,4%.

Il voucher per le famiglie

Il sostegno alla domanda di connettività a banda ultra larga prevede l’erogazione di un voucher nel periodo 2020-2022, sotto forma di sconto sul prezzo di attivazione (dove presente) e sull’importo dei canoni di connessione. L’operatore di telecomunicazione dovrà garantire l’erogazione del servizio per almeno un anno.

Ne potranno beneficiare le famiglie con Isee fino alla soglia di 50 mila euro alle quali sarà erogato un contributo massimo di 200 euro che permetterà di ottenere, con qualsiasi tecnologia disponibile presso le relative unità immobiliari, servizi di connettività ad almeno 30 Mbps. Alle famiglie si aggiungono le imprese.

 

Le criticità del piano voucher

Il piano di sostegno è fondamentale ma contiene delle criticità per la concorrenza. La misura, spiega l’Autorità, «inciderà su un numero di beneficiari superiore a 2 milioni di linee, tra famiglie ed imprese, corrispondente ad oltre il 10% delle linee fisse attive attualmente, vale a dire un numero di linee simile a quello detenuto dal terzo e dal quarto operatore di telecomunicazioni fisse».

Per l’Autorità questi interventi di sostegno «dovrebbero essere coerenti anche con gli obiettivi della Strategia Italiana per la Banda Ultralarga e gli obiettivi strategici dell’Unione Europea per il 2025 “Connettività per un mercato unico digitale competitivo: verso una società dei Gigabit europea”, puntando al finanziamento di quei servizi che consentano una connettività a più di 100 Mpbs e che siano potenziabili ad una velocità Gigabit».

Questa soluzione garantirebbe la neutralità tecnologica, incentiverebbe l’adozione di connessioni molto veloci, darebbe un impulso alla concorrenza infrastrutturale attraverso investimenti nelle tecnologie a standard più alto.

Al contrario, se nel piano voucher vengono compresi anche interventi inferiori a 100 Mbps si rischia di avvantaggiare chi non fa investimenti e fa leva sulla sua posizione sulla rete in rame. Secondo l’Antitrust «l’erogazione di un sostegno economico per connessioni inferiori a 100 Mbps porterebbe all’adozione privilegiata di connessioni con tali velocità, a discapito di connessioni più veloci ma che necessitano di maggiori investimenti».

I consumatori finirebbero poi per adottare connessioni meno veloci perché il loro costo sarebbe coperto dal voucher per un periodo più lungo.

«L’intervento così definito, pertanto, avrebbe l’effetto di ritardare ulteriormente l’adozione di tecnologie più veloci, superiori a 100 Mbps, e vanificare la spesa pubblica destinata alla digitalizzazione del Paese».

Si vanificherebbe insomma l’obiettivo ultimo dell’intervento.


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