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Consumo etico, pandemia, sostenibilità e libera conoscenza. Al via il progetto Wiki-TRADE

Consumo etico, pandemia e conoscenza libera. Parte il progetto Wiki-TRADE

Intervista a più voci ai promotori del progetto Wiki-TRADE, che analizza la trasformazione dei modelli di consumo anche alla luce della pandemia e promuove la libera conoscenza. È stato lanciato da Wikimedia Italia, Fondazione Politecnico di Milano, Altromercato Impresa sociale ed EStà-Economia sostenibile

Consumo etico, sostenibile e responsabile sono al centro del progetto Wiki-TRADE, volto a promuovere la libera conoscenza online sull’evoluzione dei consumi.

I modelli di acquisto stanno cambiando e i cambiamenti sono influenzati anche da eventi esterni traumatici come la pandemia da Covid-19. C’è una maggiore attenzione verso consumi più equi e sostenibili. I consumatori sono influenzati non solo da quanto, come e dove si spende, ma anche dal valore ambientale, sociale e culturale degli acquisti. E su Wikipedia le voci dedicate alla sostenibilità e al consumo etico sono poche ma molto consultate e modificate.

Da questi fattori prende le mosse Wiki-TRADE, il progetto lanciato da Wikimedia Italia, Fondazione Politecnico di Milano, Altromercato Impresa sociale ed EStà-Economia sostenibile, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Wiki-TRADE è stato lanciato nell’ambito della Milano Digital Week. A

bbiamo chiesto ai promotori di raccontarci il senso del progetto e i cambiamenti dei modelli di consumo collegati alla pandemia. Ne è uscita un’intervista a più voci.

 

wiki trade
Wiki-Trade

 

Wiki-TRADE, il progetto

Il progetto Wiki-TRADE ha al centro le «trasformazioni dei modelli di consumo», spiega Lucia Marsicano di Wikimedia Italia.

«Il progetto intende indagare quali sono gli effetti del cambio di passo generati da eventi esogeni severi, come questa pandemia che stiamo vivendo. L’obiettivo è quello di contribuire a promuovere consapevolezza sull’evoluzione e la sostenibilità dei consumi. Informazioni e dati verranno caricati sulle piattaforme promosse da Wikimedia Italia perché la conoscenza libera è per tutti. Il progetto Wiki-TRADE intende indagare e comprendere da un lato quali siano le trasformazioni in corso nei modelli di consumo, ed in particolare quali siano stati particolarmente “colpiti”, dall’altro vuole sottolineare, all’interno di questo scenario in costante evoluzione, l’importanza delle motivazioni che stanno alla base delle nostre scelte d’acquisto per promuovere una maggiore consapevolezza verso stili di acquisto e consumo più equi e sostenibili».

La pandemia e l’impatto sui consumi

La libera conoscenza dei temi di consumo riguarda tutti, anche in vista degli obiettivi di sviluppo sostenibile di Agenda 2030. Le scelte di acquisto e consumo sono molto cambiate negli ultimi decenni. Su queste trasformazioni si è poi abbattuta la pandemia, che ha accelerato alcuni cambiamenti e ne ha generati di nuovi, capaci di durare anche oltre lo stato di emergenza.

«In questo contesto, è mutata anche la percezione delle persone rispetto alla loro esperienza come consumatori – prosegue Marsicano – Sono diventati fondamentali non solo i tradizionali quanto, come, e dove si spende, ma anche il cosa e il perché si acquistano determinati beni e servizi al posto di altri, le motivazioni che informano le scelte d’acquisto dei consumatori. Le esigenze sanitarie e le esigenze ambientali stanno producendo una rilocalizzazione dei comportamenti sociali e dei comportamenti di acquisto soprattutto sui beni necessari, il cui consumo implica un acquisto frequente. E il cibo ne è l’esempio più evidente.  La “città dei 15 minuti”, il “mercato a casa propria”, l’“iper-quartiere” (oltre ai più consolidati “Km 0 – Km vero”, “acquisti disintermediati”, ecc.) ad esempio sono modalità che tentano di inquadrare sinteticamente un fenomeno ricco di implicazioni culturali, relazionali, economiche e perfino merceologiche. Diverse di queste questioni erano già in campo, ma il COVID-19, da un lato, ha accelerato fortemente alcuni processi che erano in atto e, dall’altro, ha introdotto nuove variabili, mostrando quanto la resilienza della nostra società non sia legata solo allo sviluppo di nuove tecnologie, ma si poggi sulla capacità di immaginare e ridefinire nuove tecnologie sociali che sono in larga parte ancora da progettare».

 

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Wiki-TRADE, la pandemia e la sostenibilità

La pandemia viene spesso collegata al tema della sostenibilità. Ma in quale rapporto stanno sostenibilità e pandemia? Lo spiega Massimiliano Lepratti di Està.

«Una delle cause principali della pandemia risiede nell’insostenibilità del modello agricolo globale. L’espansione di modelli intensivi di agricoltura e allevamento sta sconvolgendo la natura, riducendo foreste e biodiversità in diverse aree del pianeta, finendo con l’aumentare il contatto tra fauna selvatica, animali allevati, virus, batteri e persone. La insostenibilità ambientale pregressa sta aggravando gli esiti della pandemia. L’inquinamento da polveri sottili, abbondante nell’area padana, può rendere più letali gli esiti dell’infezione nei soggetti con patologie pregresse e rallenta la dispersione aerea del virus, soprattutto in coincidenza con momenti metereologici sfavorevoli (giornate fredde e umide)».

Da qualche tempo, e ancora in questo contesto di emergenza, i consumatori sono diventati più attenti alla sostenibilità.

«Il dato rilevante, oggi, risiede nel cosa e nel perché si compra, e, più in generale, nel consolidarsi, ampliarsi e diffondersi – anche nelle grandi marche, nella presentazione dei prodotti e nella pubblicità – della valorizzazione della scelta etica che informa il comportamento di acquisto», aggiunge Stefano Sanna, Fondazione Politecnico di Milano.

 

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e-Commerce e pandemia

Con la pandemia c’è stata poi l’accelerazione dell’e-commerce.

Ecco un’altra trasformazione dei modelli di consumo che si pone sotto la lente del progetto Wiki-TRADE. Con essa la domanda se il consumo critico possa avere spazio anche quando i consumatori comprano online dai big player, come Amazon. Ad analizzare questo aspetto è Giorgio Dal Fiume di Altromercato.

«La pandemia ha fortemente aumentato tutte le transazioni economiche e commerciali online. Il che da un lato non è altro che una (forte) accelerazione di una tendenza già in atto, dall’altro pone evidenti problemi, che riguardano anche i temi del consumo critico (e più in generale dello Sviluppo Sostenibile). In sintesi: la concentrazione di sempre più potere nelle mani di pochissimi mega-aziende, a discapito dei piccoli e medi rivenditori; un aumento della circolazione di corrieri, con conseguenti emissioni climalteranti; un potenziale maggiore distacco tra il consumatore ed il prodotto che acquista, col rischio di porre minore attenzione alla sua tracciabilità, impatto e condizioni di produzione».

«È immaginabile – spiega Dal Fiume – che questa accelerazione rimarrà anche cessata la pandemia, tramutandosi almeno in parte in modifica strutturale del mercato, dei canali di vendita e degli stili di acquisto (che coinvolgerà – ma probabilmente in modo molto minore – anche le vendite locali, anch’esse in parte trasferitesi online causa la pandemia)».

Il consumo critico, continua dal Fiume, continuerà ad avere impatto sui consumatori. Ma «dovrà farlo ponendo ancora maggiore attenzione sia alla diffusione di quelle informazioni di base che permettono ai consumatori di poter valutare impatto e provenienza di qualsiasi prodotto ovunque venga venduto, che richiedendo alle istituzioni preposte di porre le adeguate regolamentazioni alle organizzazioni (grandi o piccole che siano) che vendono online».

«Sono questioni già esistenti, che ci ritroveremo ancora più urgenti quando la pandemia da Covid-19 sarà finita, rispetto alle quali più che gli attori del consumo critico sembra che sia la politica ad essere in ritardo».


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