Il Ministero della Salute elabori un protocollo ad hoc per il caso delle protesi al seno Pip, che stanno destando non poco allarme nel settore della chirurgia estetica, investito anche dai dubbi e dalle preoccupazione relative ai filler antirughe realizzati con prodotti non a norma. La richiesta viene dall’Unione Nazionale Consumatori, preoccupata per le notizie che stanno circolando.“Non vorremmo che una volta aperto il ‘vaso di Pandora’ scoperchiato con lo scandalo delle protesi al seno scoprissimo una serie di trascuratezze e comportamenti irresponsabili a danno della salute dei consumatori”, afferma il segretario generale UNC Massimiliano Dona, per i quale “il solo marchio Ce non può bastare per garantire la qualità di questi prodotti che, sicuramente, non possono essere trattati come fossero comuni cerotti o disinfettanti”.
“Dopo lo scandalo delle protesi Pip, sul cui potenziale cancerogeno gli esperti stanno ancora indagando – sostiene Dona –  il caso dei filler dannosi per la salute rivela la mancanza di informazione di molti pazienti che spesso non sono messi a conoscenza circa i materiali impiantati, ma anche l’esistenza di un mercato parallelo a quello legale che è difficile da monitorare”. Per l’associazione (disponibile a fornire assistenza: si può contattare l’email consulenza@consumatori.it ) è fondamentale l’azione di vigilanza del Ministero della Salute. “Nel caso delle protesi mammarie, dopo la decisione di Gran Bretagna, Venezuela, Brasile, Francia, Germania e Repubblica Ceca di consigliare la rimozione degli impianti a rischio, – afferma Dona – ci saremmo aspettati maggiore prudenza anche da parte del nostro Ministero della Salute che non ha ancora stabilito un protocollo ad hoc: per questo abbiamo scritto una formale richiesta di chiarimenti”.
Intanto riprende oggi in Commissione Sanità del Senato l’esame del disegno di legge sul registro delle protesi mammarie. Il provvedimento, che prevede appunto l’istituzione di un Registro delle protesi mammarie e divieto di impianto a minori di 18 anni per soli fini estetici, era stato approvato il 22 dicembre 2010 dalla Commissione Affari Sociali della Camera.


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