Nel mondo ci sono ancora 783 milioni di persone che non hanno accesso all’acqua potabile. La maggior parte (653 milioni) vive in zone rurali. E sono le persone più povere che vivono nelle aree rurali a non avere accesso a risorse fondamentali quali servizi sanitari di base e acqua potabile, che viene letteralmente “caricata” sulle spalle di donne e ragazze – sono loro, infatti, a provvedere alla raccolta dell’acqua in aree quali l’Africa sub-sahariana.
Nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, l’Unicef ricorda che esistono ancora forti disparità fra aree rurali e aree urbane. “I governi devono assicurarsi che grazie alle risorse spese si ottengano risultati concreti per le persone più povere – ha detto Sanjay Wijesekera, responsabile Unicef dei programmi acqua e servizi igienici – altrimenti rischiano di lasciare un’ampia parte della loro popolazione, in particolare i bambini, sempre più vulnerabile alle malattie.”
Secondo il rapporto “Progress on Drinking Water and Sanitation 2012”, il mondo ha raggiunto già alla fine del 2010  l’ Obiettivo del Millennio riguardante l’acqua potabile: l’ 89% della popolazione mondiale (cioè 6,1 miliardi di persone) ha accesso a fonti migliorate di acqua potabile. Ma chi vive nelle aree rurali ha una probabilità molto alta di non avere accesso ad acqua potabile sicura: ci sono 783 milioni di persone ancora senza fonti migliorate di acqua potabile nel 2010 e di queste 653 milioni vivono in aree rurali. Il quadro risulta ancora peggiore per i servizi igienico-sanitari: a livello globale, il 79% della popolazione urbana utilizza servizi igienici migliorati rispetto al 47% della popolazione rurale. Il che significa, spiega l’Unicef, che il 72% delle persone che non ha accesso a servizi igienici adeguati vive in aree rurali. Sono 1,8 miliardi di persone.
L’acqua inoltre pesa soprattutto sulle donne e sulle ragazze: in 25 paesi dell’Africa sub-sahariana il 71% delle famiglie è senza acqua e il compito di raccogliere questa risorsa, con viaggi spesso molto lunghi fino a pozzi o sorgenti, è affidato soprattutto alla popolazione femminile.”L’acqua potabile deve raggiungere tutti – afferma Giacomo Guerrera, Presidente Unicef Italia – Non possiamo celebrare il progresso fino a quando coloro che sono più difficili da raggiungere non avranno la possibilità di aprire e chiudere un rubinetto, o andare a un pozzo o a una pompa per ottenere acqua potabile sicura per le loro necessità quotidiane.”


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