Debutteranno il prossimo 1° ottobre le norme inerenti la nuova esecutività dell’accertamento. Secondo la norma prevista dal decreto sviluppo ( articolo 29 della manovra estiva del 2010 ) a partire da quella data gli atti di accertamento diventano titolo per la riscossione del tributo e l’esecuzione forzata .
L’ atto di accertamento infatti costituirà titolo anche per effettuare la riscossione – da parte di Equitalia – se non viene pagato quanto dovuto entro i 60 giorni di termine previsti. Pertanto non sarà effettuata alcuna iscrizione a ruolo e non sarà notificato al contribuente un nuovo atto ( cartella di pagamento), tutto è deciso con la notifica del primo avviso. La nuova normativa riguarda alcuni specifici tributi (imposte sui redditi, relative addizionali, Irap ed Iva), mentre i periodi di imposta sono quelli relativi al 31 dicembre 2007 e quelli successivi. Non rientrano quindi nel novero dei tributi per cui si apportano modifiche i tributi doganali o altri tributi indiretti, diversi dall’iva ( come ad esempio l’imposta di registro).

La richiesta da parte di Equitalia del pagamento- dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – comporterà una moltiplicazione del debito dei contribuenti, a causa degli interessi di mora, delle provvigioni (aggi) e delle sanzioni con tassi prossimi all’usura applicati dall’Ente di riscossione.

"Una situazione non sostenibile da parte delle famiglie", prosegue Giordano che indica una serie di provvedimenti – a costo zero per lo Stato – necessari per tutelare i contribuenti:
– revisione della procedura delle sanzioni
– rateizzazione più lunga a semplice richiesta del contribuente
– cancellazione automatica delle ipoteche iscritte per importi inferiori a quelii previsti
– riforma dei reclami.


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