La proposta di riforma del copyright, approvata oggi dal Parlamento europeo, è uno di quei temi sui quali ci si divide. Si sono divisi gli attori in gioco e le lobby che hanno fatto pressione perché venisse approvata, riformata, respinta, da una parte e dell’altra. E non è un caso che a stretto giro, subito dopo il via libera dato da Strasburgo alla proposta, siano arrivati commenti netti sia contro la riforma, considerata contraria alla libertà, sia a favore, sempre in nome della libertà. Non è forse un paradosso. L’argomento è infatti molto tecnico e complesso.

Parole di bocciatura vengono dal Movimento 5 Stelle. “Una pagina nera per la democrazia e la libertà dei cittadini. Con la scusa della riforma del copyright, il Parlamento europeo ha di fatto legalizzato la censura preventiva. Il testo approvato oggi dall’aula di Strasburgo contiene l’odiosa link tax e filtri ai contenuti pubblicati dagli utenti. È vergognoso! Ha vinto il partito del bavaglio – ha detto l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Isabella Adinolfi – Purtroppo sono stati respinti tutti gli emendamenti di stralcio che il Movimento 5 Stelle aveva presentato. In particolare, l’articolo undici che prevede l’introduzione della cosiddetta #linktax, e il tredici che mira a introdurre una responsabilità assoluta per le piattaforme, nonché un meccanismo di filtraggio dei contenuti caricati dagli utenti”.

Sulla riforma interviene in Italia direttamente il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. “La rete deve essere mantenuta libera e indipendente perché si tratta di un’infrastruttura fondamentale per la libera espressione dei cittadini oltreché per il sistema Italia e per la stessa Unione Europea. Con il voto di oggi – dice Di Maio – il Parlamento Europeo ha introdotto la censura dei contenuti degli utenti su Internet, facendoci così entrare ufficialmente in uno scenario da Grande Fratello. Per questo motivo continueremo con ancora più impegno a batterci per eliminare i due articoli più controversi della direttiva: l’articolo 11 che prevede l’introduzione della cosiddetta “link tax” e l’articolo 13 che mira a introdurre un meccanismo di filtraggio preventivo dei contenuti inseriti dagli utenti sul web. Lo faremo a partire dai prossimi negoziati che vedranno impegnati i governi degli Stati membri della Ue, il Parlamento europeo e la Commissione”.

Di segno opposto il commento degli editori. “Quella di oggi è una vittoria per la libertà, come espressione di un libero dibattito democratico e della creatività della persona. Questo è il diritto d’autore: rappresenta la libertà ed esprime l’identità europea – queste le prime parole del presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi – Siamo davvero soddisfatti perché con la votazione di oggi si è affermato un principio fondamentale, e cioè che il diritto d’autore va sì aggiornato al digitale ma conservandone la funzione di libertà e di contrasto dei monopoli. Certo, il testo approvato presenta alcuni aspetti che dovranno essere migliorati prima dell’approvazione finale. Siamo pronti a dare il nostro contributo, come abbiamo sempre fatto”.

Di “una pagina storica per la cultura europea e per la democrazia continentale” parla Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia, per il quale le nuove regole sul diritto d’autore permetteranno di “mettere fine al far west che ha regnato sino ad oggi nel mondo digitale”. Per Confindustria Cultura “nessuna censura, nessun bavaglio, nessuna libertà individuale limitata sul web, ma soltanto un doveroso aggiornamento delle regole di mercato al fine di evitare che dal lavoro di artisti, creativi e di tutti coloro che investono in cultura traggano beneficio solo le piattaforme di sharing”.

“È un passaggio importante, che consente a questa legge di proseguire il suo iter di approvazione verso una più efficace difesa del diritto d’autore nello spazio digitale contemporaneo”: così il presidente della FIEG (Federazione italiana editori giornali) Andrea Riffeser Monti. “Oggi il Parlamento europeo ha dato un segnale chiaro di riconoscimento della informazione professionale come presidio di informazione affidabile e verificata, unico argine ai rischi di una deriva della diffusione delle fake news. Continueremo a collaborare con le istituzioni europee nella delicata fase dei negoziati – conclude Riffeser Monti – con l’obiettivo di realizzare in tempi rapidi una riforma equilibrata e aderente al mutato contesto tecnologico e digitale. Una riforma che, ne siamo certi, incoraggerà forme di cooperazione virtuosa tra i titolari di diritti sui contenuti editoriali e i fornitori di servizi innovativi che riproducono ed elaborano i contenuti protetti da tali diritti.”

 

Prima pubblicazione 12/09/2018 ore 17.34


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