Quando il consumatore telefona a un numero di assistenza post vendita non deve ritrovarsi a pagare una stangata. Il costo di una chiamata verso tale servizio non deve eccedere quello di una “chiamata standard” verso un telefono fisso o un cellulare. Lo ha stabilito oggi la Corte di giustizia dell’Unione europea che si è pronunciata su un caso denunciato in Germania da un’associazione tedesca per la lotta alle pratiche commerciali sleali. Con una fatturazione telefonica superiore a quella standard i consumatori potrebbero rinunciare a far valere i propri diritti.

telefono post venditaLa questione è scaturita dalla denuncia fatta da un’associazione, che si è rivolta al Tribunale regionale di Stoccarda per far cessare una pratica ritenuta scorretta. La pratica era quella della società tedesca comtech, che commercializza apparecchi elettrici ed elettronici. La società ha pubblicato sul proprio sito Internet un numero di telefono per l’accesso a un servizio di assistenza postvendita che inizia con il prefisso 0180, generalmente utilizzato in Germania per servizi di assistenza sottoposti a una tariffa nazionale. Il costo di una chiamata verso tale numero speciale non geografico è superiore a quello di una chiamata standard verso un numero di linea fissa o un numero di telefonia mobile.

La direttiva sui diritti dei consumatori prevede che, qualora il professionista utilizzi una linea telefonica allo scopo di essere contattato dai consumatori su contratti con essi conclusi, questi ultimi non siano tenuti a pagare più della tariffa di base per le chiamate effettuate verso questa linea. Tuttavia la direttiva non definisce la nozione di «tariffa di base». La Corte di Giustizia ha stabilito che quando si parla di “tariffa di base” significa che “il costo di una chiamata relativa a un contratto concluso, effettuata verso una linea di assistenza telefonica gestita da un professionista, non può eccedere il costo di una chiamata verso un numero fisso geografico o verso un numero di cellulare standard”. In pratica si indica il costo di una chiamata standard. E il servizio di assistenza non deve superarla perché, se i professionisti fossero autorizzati a fatturare tariffe superiori, “i consumatori – argomenta la Corte – potrebbero essere dissuasi dall’utilizzare la linea telefonica di assistenza per ottenere informazioni relative al contratto o far valere i loro diritti riguardo, in particolare, alla garanzia o al recesso”.


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