Da 50 mila a 100 mila consumatori coinvolti, con il rischio di un aggravio del 40% sulla spesa per energia e gas, concentrati soprattutto in Lombardia, Piemonte e Liguria. Sono i cittadini che rischiano di essere coinvolti dal default di un’altra azienda energetica, la Eviva, che nei giorni scorsi è stata messa in liquidazione. “Il default di Eviva riporta alla ribalta il problema dell’elevato numero di operatori nel mercato libero di energia e gas”, denuncia Adiconsum, che chiede al Ministero dello Sviluppo economico e all’Autorità energia di evitare la “socializzazione delle perdite”.

L’assemblea dei soci qualche giorno fa ha deciso la messa in liquidazione della società energetica. Come scrive Milano Finanza, riportando una nota diffusa da Eviva, controllata dai russi Gazpron e Renova, “la società invita la clientela ad attivarsi fin da subito per l’individuazione di soluzioni alternative per le forniture di energia e gas. A tal riguardo, la società comunicherà nei prossimi giorni le tempistiche per l’attivazione dei servizi di ultima istanza come previsti dalla regolazione vigente. Le linee guida del piano di liquidazione, attualmente in fase di elaborazione, saranno illustrate ai creditori non appena possibile.”

“Abbiamo appreso, in questi giorni, della messa in liquidazione di un’altra azienda di energia elettrica e del gas, la Eviva (ex Energetic Source), operante nel mercato libero – commenta Carlo De Masi, presidente di Adiconsum nazionale –  Si allunga, purtroppo, la lista nera di aziende fallite che lasciano in difficoltà i cittadini-consumatori. Si stima che gli utenti coinvolti siano tra i 50 e i 100mila. La società ha fatto sapere che nei prossimi giorni comunicherà le tempistiche per l’attivazione dei servizi di ultima istanza come previsti dalla regolazione vigente, servizi che prevedono un incremento dei prezzi delle materie prime (si stima fino al 40% in più) per i consumatori domestici”.

“Il default di Eviva – prosegue De Masi – riporta alla ribalta il problema dell’elevato numero di operatori nel mercato libero di energia e gas. Ad avviso di Adiconsum, c’è bisogno di ridurne il numero e di introdurre criteri stringenti per il loro inserimento nell’Albo dei venditori, quali affidabilità e solvibilità attraverso fideiussioni bancarie/assicurative adeguate al volume di affari e alla fetta di mercato man mano acquisita. Adiconsum – conclude De Masi – chiede al Ministero dello Sviluppo Economico e  all’ARERA di scongiurare la socializzazione delle perdite e di individuare le relative responsabilità”.

Il maggior numero di consumatori coinvolti si dovrebbe registrare in Piemonte, Lombardia e Liguria, e per questo Adiconsum indicherà ai propri sportelli sul territorio di assistere i cittadini attraverso l’aiuto del comparatore “Portale Offerte” dell’Autorità per l’energia ed Acquirente Unico, per individuare operatori idonei alle necessità sul libero mercato, oppure per aderire all’offerta Placet dell’Autorità o per rientrare nel mercato tutelato.


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