Dopo il canone Rai, anche la Tari potrebbe finire nel conto bimestrale della bolletta elettrica. È quanto prevede un emendamento alla manovra di Bilancio a firma di alcuni Senatori della Lega, secondo il quale “Per i comuni che si trovano in stato di dissesto finanziario (…), ovvero che hanno deliberato un piano di riequilibrio finanziario (…) il pagamento della tassa sui rifiuti (…) da parte dei titolari di utenza di fornitura di energia elettrica può avvenire, a seguito di apposita deliberazione del Comune (…) mediante addebito sulle fatture emesse dall’impresa elettrica”.

Un abuso bello e buono. Un pericolo che va subito scongiurato”, afferma con forza Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. “Annunciamo fin d’ora battaglia in ogni sede per tutelare i contribuenti italiani”.

“La bolletta della luce è talmente un rompicapo che gli italiani la pagano senza nemmeno leggerla. Quindi diventerebbe quasi impossibile riuscire a far valere i propri diritti, in caso di importi della tassa sui rifiuti sbagliati, per non parlare dell’impresa titanica che dovrebbero compiere per pagare la luce, scorporando la Tari”, prosegue Vignola.

L’emendamento infatti estenderebbe in modo automatico le autorizzazioni all’addebito diretto sul conto corrente bancario e l’utente ha facoltà di revocare la domiciliazione solo nel suo complesso, ossia sia tari che luce.

“Se passasse questo emendamento, lo Statuto del contribuente, la legge più violata d’Italia, diventerebbe definitivamente carta straccia. Altro che diritto all’informazione del contribuente, chiarezza e trasparenza delle disposizioni tributarie, rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria improntati al principio della collaborazione e della buona fede”, conclude Vignola.

“Condividiamo la necessità di un contrasto all’evasione in relazione a tale imposta, ma la soluzione non è certo quella di aggravare la spesa bimestrale dei cittadini, che già a fatica arrivano a fine mese”, commenta Federconsumatori.

In questo modo, invece di pagare due volte l’anno (per un totale di 321,96 euro annui secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, per una famiglia media di 3 persone) i cittadini pagherebbero circa 53,50 euro in più ogni bimestre, aggravando la spesa già elevata per la bolletta elettrica, su cui già pesano oneri di sistemi insostenibili e rincari elevati.

“Ci preoccupa, inoltre, la confusione avvenuta in occasione dell’introduzione del Canone Rai in bolletta, con errori, doppi addebiti e addebiti impropri. Infine ci chiediamo con che criterio l’azienda venditrice di energia ripartisca tali introiti ai comuni e con quali costi”.  

L’attuale formulazione dell’emendamento riguarderebbe solo i comuni in dissesto o predissesto, configurando così alcuni profili di incostituzionalità, alla luce della disparità di trattamento dei cittadini.

Chiediamo al Governo di non approvare tale emendamento, anzi, di predisporre al più presto una riforma equa degli oneri di sistema eliminando dalla bolletta elettrica inutili orpelli e componenti anacronistiche”, afferma Emilio Viafora, presidente della Federconsumatori.


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