“Avevo assicurato soluzione in tempi brevi per il caos buoni pasto erogati ai dipendenti pubblici : il 6 agosto riprenderà il servizio. Promessa mantenuta!”: così il ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno su twitter. Si sblocca dunque la questione dei buoni pasto del gruppo Qui! Group per i dipendenti pubblici. È stato individuato un nuovo fornitore e l’erogazione dei buoni pasto riprenderà il prossimo 6 agosto.

Negli ultimi tempi, spendere i buoni pasto della Qui! Group era diventato praticamente impossibile: una folta schiera di esercenti, infatti, stanchi di non esser rimborsati dalla società, aveva deciso di non accettarli, rendendo il loro valore pari a quello della carta straccia. Considerando che il valore di un buono pasto è di 7 euro e si lavora in media 20 giorni al mese, ogni lavoratore dei circa 100 mila interessati, rischiava di rimetterci 140 euro, una cifra che per chi guadagna meno rappresenta il 10% dello stipendio. Bisognerà ora vedere cosa accadrà per il pregresso, ovvero per i ticket non più spendibili.

Secondo il Codacons “occorre prevedere indennizzi per i lavoratori che, a causa della crisi di Qui!Group, hanno perso fino a 140 al mese ciascuno”. Dice il presidente Carlo Rienzi: “I dipendenti che nei mesi scorsi non hanno potuto utilizzare i buoni pasto in loro possesso devono ottenere il giusto indennizzo. Questo perché tali buoni rappresentano un vero e proprio diritto economico acquisito dai lavoratori che non può essere cancellato dai problemi di liquidità subiti dalla società del settore. Non solo. Per il Codacons i nuovi buoni pasto devono avere le stesse regole di spendibilità e le medesime condizioni dei precedenti, per non arrecare un ulteriore danno ai cittadini”.

La ripresa del servizio viene accolta positivamente dall’Unione Nazionale Consumatori, che solleva la questione dei vecchi buoni. “Ora deve anche risolvere il problema dei buoni inutilizzabili ancora in possesso dei dipendenti – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – La soluzione più semplice è che i lavoratori possano convertire i buoni pasto vecchi con quelli nuovi, restituendo quelli inutilizzati al datore di lavoro ed ottenendo in cambio quelli del nuovo fornitore. Attendiamo, quindi, provvedimenti ulteriori. Altrimenti, in caso di violazione dei diritti dei dipendenti, saremo costretti ad intraprendere una class action contro la Pubblica Amministrazione”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)