Piste ciclabili, queste sconosciute. In Italia, si sa, la cultura della mobilità sostenibile fatica ad affermarsi. In tanti sono ancora affezionati all’automobile, ma ci sono i coraggiosi che “osano” andare in bicicletta. Di coraggio ce ne vuole tanto, visto che le piste ciclabili delle città italiane non sono molto sicure. Altroconsumo ha provato quelle di Torino, Milano, Bologna, Ferrara, Roma e Napoli. Quasi ovunque manca un’integrazione efficace con la mobilità cittadina. I maggiori problemi a Roma, Milano e Napoli.
Secondo l’Associazione dei consumatori “le piste ciclabili italiane sono isole galleggianti in un mare di traffico motorizzato.
Le piste ciclabili analizzate sono costituite quasi tutte da percorsi con sede propria, separata dalla viabilità automobilistica, che dovrebbero rappresentare una garanzia di sicurezza. Le piste sono state percorse a piedi o in bici. I percorsi sono stati fotografati e in alcuni tratti anche ripresi con telecamera e Gps, per rilevare le caratteristiche del tracciato. Tra gli aspetti valutati: la pavimentazione, la segnaletica, la geometria, gli incroci, gli ostacoli.
A Ferrara c’è una radicata cultura della mobilità ciclistica. Le piste sono state realizzate in coerenza con lo sviluppo dell’intero sistema viario cittadino. Gli unici problemi riguardano lo stato della pavimentazione. Stessa situazione a Bologna dove i percorsi ispezionati rivelano i segni del tempo. La manutenzione delle piste è modesta.
Vita dura per la bici a Milano: le piste sono vecchie e a volte in stato di degrado e quando la ciclabile si immette nel flusso veicolare si crea un conflitto, che spesso non è protetto né segnalato. Anche i ciclisti napoletani sono poco sicuri. La parte terminale delle piste è spesso priva di segnaletica e non protetta: ciò significa che il ciclista rischia di incrociare in modo pericoloso il flusso di automobili. A Roma molti rischi sono legati al degrado della pavimentazione, discontinua, piena di buche, avvallamenti, radici di alberi sporgenti, sampietrini dissestati. Infine, nonostante le nuove piste sono migliori rispetto a quelle vecchie, si può dire che anche a Torino manca un’integrazione tra il modo di spostamento ciclistico e quello motorizzato.


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1 thought on “Piste ciclabili, inchiesta Altroconsumo: manca sicurezza

  1. Oltre ad essecene poche,in alcuni casi,per esempio qui ad Ostia Lido (Roma) ne hanno VERNICIATA dico bene VERNICIATA una che fa ridere i anche i polli infatti,sul maciapiede tutto sconnesso da paesaggio lunare hanno “dipinto” una pista ciclabile praticamente inutilizzabile ed inutilizzata che pare sia costata una cifra incredibile.Si tende a fare opere che “si vedono” ma della loro utilità non gliene frega niente a nessuno altrettanto dicasi di tutte le rotatorie date in appalto costruite anche dove basterebbe un semplice semaforo ma… “si vedono” e fanno cifra mentre,le strade vengono tenute in uno stato pietoso piene di buche ma,hanno il difetto che la manutenzione non è sufficientemente appariscente e…”non si vedono”.Di questo terremo conto per le prossime elezioni per mandare a casa il sindaco Alemanno

Parliamone ;-)

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