Istat: fiducia dei consumatori in calo per il quarto mese consecutivo
Il calo della fiducia preoccupa le associazioni dei consumatori. L’Adoc chiede di ritornare al 5% dell’Iva sui prodotti per l’infanzia e di eliminare le accise sui carburanti
A ottobre 2023 l’Istat stima una diminuzione sia del clima di fiducia dei consumatori (l’indice passa da 105,4 a 101,6) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cala da 104,9 a 103,9.
In particolare, è emerso un diffuso peggioramento delle opinioni dei consumatori sia sulla situazione personale sia su quella economica generale. Pertanto i quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti segnano dinamiche negative: il clima economico e il clima futuro registrano le flessioni più consistenti (il primo passa da 115,2 a 110,5 e il secondo da 113,2 a 107,7); il clima corrente cala da 100,2 a 97,4 e il clima personale scende da 102,2 a 98,6.
“L’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il quarto mese consecutivo raggiungendo il valore più basso da gennaio 2023 – commenta l’Istat -. Si segnala un generale peggioramento di tutte le nove variabili che compongono l’indicatore, ad eccezione delle aspettative sulla disoccupazione, che sono in miglioramento, e dei giudizi sulla situazione economica familiare il cui saldo cresce lievemente”.
Fiducia dei consumatori in calo, il parere delle Associazioni
Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, i dati Istat mostrano “Una débacle per il Governo. Nonostante il provvedimento spot sul Trimestre anti-inflazione, partito a ottobre, gli italiani non si sono fatti incantare dall’inutile iniziativa propagandistica, costretti ogni mese a dover far quadrare i conti e ad affrontare il costo della vita alle stelle. Insomma, il crollo della fiducia è una diretta conseguenza dell’effetto carovita e caro bollette, che incidono pesantemente sia sull’andamento dell’economia del Paese che su quello delle famiglie”.
“Precipitano, infatti, le attese sia sulla situazione economica dell’Italia, da -27,2 a -42,9, che della famiglia, da -16,5 a -23,9. Non va meglio, però, per il giudizio sulla situazione economica della famiglia, che è vero che è uno dei pochi dati non negativi, restando sostanzialmente stabile (da -41,5 a -41,1), ma si tratta solo di un effetto ottico, un rimbalzo tecnico dovuto al fatto che il dato era già franato a settembre “, conclude Dona.
Analogo il parere del Codacons, secondo cui “i provvedimenti varati dal Governo, a partire dal paniere salva-spesa, non hanno prodotto gli effetti sperati: un segnale preoccupante considerato che ad una minore fiducia dei consumatori corrisponde una più bassa propensione alla spesa da parte delle famiglie, che potrebbe portare ad una crisi dei consumi”.
“Rimangiando ogni giorno le promesse fatte, il Governo non guarda in faccia a nessuno e la fiducia dei consumatori e delle imprese viene sempre meno – afferma la Presidente di Adoc, Anna Rea. – Il Governo Meloni ha reintrodotto le accise, aumentato l’IVA sui prodotti per l’infanzia e la tampon tax, ridotto il bonus energia: sono tutte misure che vanno nel segno opposto alla ripresa di un Paese che per bassa natalità e povertà assoluta non guarda al futuro”.
“Chiediamo di ritornare al 5% dell’Iva sui prodotti per l’infanzia e di eliminare le accise sui carburanti – continua la Presidente Adoc. – Siamo l’unico Paese in Europa con una tassazione sui carburanti e sull’energia che supera abbondantemente il 50%. Di fatto, con la reintroduzione delle accise si è sterilizzata la diminuzione del costo di benzina ed energia azzerando i benefici per i consumatori. Le misure proposte, invece, non vanno incontro alle difficoltà delle persone, ma sono una spinta verso il baratro“.