A marzo 2017 l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta da 106,6 a 107,6 rimanendo sul livello medio del periodo gennaio-febbraio 2017.consumiLo comunica l’Istat che sottolinea anche i fattori che hanno concorso all’aumento. Molto ha inciso il miglioramento del clima economico (da 120,8 a 126,4) e di quello futuro (da 109,9 a 111,6).

Per contro, il clima personale e quello corrente scendono, rispettivamente, da 102,1 a 101,0 e da 104,7 a 104,5. I giudizi e le aspettative dei consumatori riguardo la situazione economica del Paese migliorano (il saldo passa da -50 a -60 e da -37 a -29, rispettivamente); aumenta il saldo sia dei giudizi (da -16 a -7) sia delle aspettative (da -17 a -11) sui prezzi al consumo. Infine, diminuiscono le aspettative sulla disoccupazione (da 28 a 24 il relativo saldo).

Sul fronte delle imprese, nel mese di marzo si registra un diffuso miglioramento della fiducia: nel settore manifatturiero l’indice aumenta da 106,4 a 107,1, nei servizi sale da 105,5 a 106,5 e nel commercio al dettaglio passa da 108,4 a 108,7; in controtendenza solo il settore delle costruzioni, dove l’indice di fiducia registra un lieve calo passando da 123,9 a 123,3.

Il miglioramento non deve trarre in inganno. Infatti, i dati che contano per il rilancio dei consumi, ossia il giudizio relativo alla situazione economica familiare e le opinioni sul bilancio familiare, sono entrambi in peggioramento. Difficile, quindi, che si spenda di più in queste circostanze. Non a caso, scende da -58 a -61 anche il saldo relativo all’opportunità attuale di acquisto di beni durevoli“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Insomma, fino a che non si registra un significativo incremento del proprio reddito disponibile, difficile che la domanda possa ripartire” conclude Dona.


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