Vendite al dettaglio, nel 2020 calo annuo del 5,4%
A dicembre le vendite al dettaglio sono in calo su base annua del 5,4%. Sul commercio si è abbattuta l’emergenza sanitaria. Continua la crescita dell’ecommerce. I consumatori: il Natale non salva le vendite
A dicembre le vendite al dettaglio sono in calo su base annua. In tutto il 2020 sulle vendite al dettaglio si è abbattuta l’emergenza sanitaria, così la flessione annua è del 5,4%.
Nel confronto annuale sono in forte flessione le vendite di abbigliamento e calzature. Segno meno per cartoleria e libri, prodotti di profumeria, giochi e giocattoli. A salvarsi sono solo informatica, telecomunicazioni e telefonia (del resto abbiamo lavorato e studiato da casa tutto l’anno). Continua la crescita del commercio elettronico, unica voce in netta salita.
Vendite al dettaglio, i dati Istat
I dati sulle vendite al dettaglio dell’Istat dicono che, a dicembre 2020, le vendite al dettaglio sono in aumento del 2,5% rispetto al mese di novembre. Crescono le vendite dei beni non alimentari (+4,8% in valore e +4,5% in volume) mentre sono quasi stazionarie le vendite dei beni alimentari (+0,1% in valore e +0,2% in volume).
Nel confronto sul 2019 il segno è negativo. Le vendite al dettaglio diminuiscono del 3,1% in valore e del 3,2% in volume. Anche in questo caso si registra una forte crescita per i beni alimentari (+6,6% in valore e +5,7% in volume) e una caduta per i beni non alimentari (-9,4% in valore e -9,5% in volume).
Le vendite al dettaglio dei prodotti non alimentari
Nel confronto annuale, le vendite dei beni non alimentari sono tutte in calo. Le uniche eccezioni sono informatica e tlc, utensili per la casa e ferramenta, un leggero rialzo per arredamento. Sono le tre voci che spiegano, del resto, il confinamento in casa imposto dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria.
Dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia segnano +15,3%. Utensileria per la casa e ferramenta cresce del +2,3% su base annua, segno positivo per mobili, articoli tessili e arredamento (+0,5%).
Tutti gli altri prodotti sono in calo. Le flessioni più forti ci sono per abbigliamento e pellicceria (-23,4%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-14,6%). Scendono di oltre il 10% le vendite al dettaglio di cartoleria, libri, giornali e riviste, di profumeria e prodotti per la cura della persona, di giochi e giocattoli. Netta la flessione anche per prodotti farmaceutici e per il comparto elettrodomestici, radio e tv.
Ecommerce, continua la crescita
Vanno giù le vendite al dettaglio sia nei piccoli negozi sia nella grande distribuzione. Si salva la grande distribuzione alimentare (più 7%) e i discount alimentari (+15,7%). Naturalmente si salva l’ecommerce che continua la sua crescita.
Rispetto a dicembre 2019 le vendite al dettaglio diminuiscono sia per la grande distribuzione (-2,5%), sia per le imprese operanti su piccole superfici (-6,6%). Le vendite al di fuori dei negozi calano del 12,3% mentre il commercio elettronico è in forte aumento e segna +33,8% nel confronto annuale.
Le vendite al dettaglio nel 2020
La pandemia spiega l’andamento delle vendite al dettaglio.
Come commenta l’Istat, «nel complesso del 2020 le vendite al dettaglio sono state fortemente influenzate dall’emergenza sanitaria, che ha determinato una flessione annua del 5,4%, con una forte eterogeneità dei risultati sia per settore merceologico, sia per forma distributiva».
Spiega l’Istat: «Il comparto non alimentare ha subito una pesante caduta, anche a causa delle chiusure degli esercizi disposte per fronteggiare l’emergenza sanitaria, mentre il settore alimentare ha segnato un risultato positivo. Hanno registrato un marcato calo delle vendite nel 2020 sia le imprese operanti su piccole superfici, sia le vendite al di fuori dei negozi. La grande distribuzione ha risentito negativamente dall’andamento del comparto non alimentare. L’unica forma distributiva a segnare una forte crescita è stata il commercio elettronico».
I Consumatori: il Natale non salva il commercio
Il Natale non ha salvato il commercio, commentano le associazioni dei consumatori.
Per l’Unione Nazionale Consumatori è stato «un Natale in bianco» e «il balzo scontato e ovvio su novembre non basta nemmeno a recuperare le vendite rispetto ad inizio anno».
Commenta il presidente UNC Massimiliano Dona: «I Dpcm di Natale, insomma, hanno affossato definitivamente ogni speranza dei commercianti di poter recuperare in modo consistente le perdite registrate durante quest’anno funesto. Il fatto che il commercio elettronico sia salito del 33,8% su dicembre 2019, dimostra che le famiglie avrebbero potuto spendere di più anche negli altri esercizi commerciali se non ci fosse stato l’ennesimo lockdown».
«I numeri odierni confermano quanto denunciato dal Codacons: nemmeno le festività natalizie hanno salvato il commercio, e le famiglie hanno ridotto i consumi durante il Natale come effetto delle misure anti-Covid varate dal Governo – aggiunge Carlo Rienzi – I dati sulle vendite al dettaglio del 2020 dimostrano poi come l’emergenza sanitaria abbia impattato sulle abitudini di acquisto dei consumatori, modificando fortemente i loro comportamenti: nell’anno segnato dalla pandemia e dai lockdown, si registra un boom per l’e-commerce, che cresce del +34,6% rispetto al 2019».