Waste Watcher: il caro-prezzi fa diminuire gli sprechi alimentari
Secondo l’indagine di Waste Watcher, in media sette consumatori su dieci tagliano drasticamente gli acquisti, facendo crollare anche gli sprechi alimentari. Gli italiani hanno ridotto gli sprechi del 25%
Il caro prezzi incide sul carrello della spesa e batte il food waste: è quanto emerso dal Cross Country Report 2023-Food & Waste around the World, presentato in occasione della Giornata internazionale di consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari, che ricorre oggi.
L’indagine, a cura di Waste Watcher – International Observatory on Food&Sustainability, promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il monitoraggio Ipsos, ha rivelato le abitudini di acquisto, la gestione e fruizione del cibo, con approfondimenti sullo spreco alimentare domestico, sul ruolo degli imballaggi e delle etichette fronte pacco.
Sprechi alimentari, anche in Italia si butta meno cibo
Secondo quanto emerso dal Report, che ha preso in considerazione 8 Paesi (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Olanda, Stati Uniti, Italia, con un focus speciale sull’Azerbaijan, Paese ospite), in media sette consumatori su dieci tagliano drasticamente gli acquisti, con conseguente crollo degli sprechi alimentari.
In particolare – si legge in una nota diffusa dall’Ipsos – gli italiani hanno ridotto gli sprechi del 25%, con 469,4 grammi a settimana che finiscono nell’immondizia (vale a dire 125,9 grammi in meno, ma anche 54,7 grammi in meno rispetto allo scorso gennaio).
“Cittadini più virtuosi anche negli Usa, area storicamente meno attenta al fenomeno e da sempre ai vertici della classifica – rivela l’indagine – dove lo spreco scende del 35%, arrivando a 859,4 grammi settimanali pro capite (-479 grammi sull’anno).
Spagna e Francia sono i Paesi più virtuosi; migliorano la Germania, che riduce lo spreco del 43%, e il Regno Unito con 632 grammi settimanali a testa (94 grammi in meno rispetto al 2022). Svetta invece l’Azerbaijan con 1116,3 grammi, vicini alle stime 2022 degli Stati Uniti; in questo Paese inizia ora la campagna di sensibilizzazione che potrebbe dare i suoi frutti nelle prossime stagioni”.
Frutta fresca l’alimento più sprecato
Analizzando il carrello della spesa, la frutta fresca si conferma l’alimento più sprecato – scrive l’Ipsos – in particolare in Italia (33%) e Spagna (40%), seguite da Germania (30%) e Stati Uniti (32%). Unica eccezione l’Azerbaijan, dove si buttano soprattutto cibi pronti.
Al secondo posto ci sono le insalate, con l’Italia al 24%, e la verdura in Olanda, ma anche cipolle, aglio e tuberi in Francia, Spagna e Azerbaijan. In Germania, invece, si gettano soprattutto affettati e pane confezionato, in Spagna pane fresco, in Azerbaijan la carne rossa.
Come ridurre gli sprechi alimentari?
Per gli intervistati non ci sono dubbi: bisogna puntare sull’istruzione nelle scuole, ma anche sulle etichette fronte pacco, lette dal 71% degli italiani e da spagnoli (70%), francesi (60%) e tedeschi (45%).
Non solo, secondo quanto emerso dall’indagine sono importanti anche le informazioni nutrizionali, che influenzano le scelte alimentari in Italia (53%) e Spagna (52%), e le diverse strategie antispreco. In particolare, italiani e spagnoli acquistano con maggiore frequenza i prodotti freschi, mentre la lista della spesa resta il punto di riferimento per Germania, Regno Unito e Stati Uniti.
Tra le strategie contro lo spreco troviamo anche l’uso dello Sprecometro. L’app, infatti, è stata adottata da più di 10 mila cittadini in otto mesi – scrive l’Ipsos – e, ad oggi, ha ‘misurato’ 96 mila euro di cibo gettato, per un impatto ambientale pari a 44.100 kg di CO2 equivalenti e 3186 metri cubi di acqua.