L'inflazione impatta sui redditi delle famiglie, Banca d'Italia presenta la Relazione annuale 2022

L'inflazione impatta sui redditi delle famiglie, Banca d'Italia presenta la Relazione annuale 2022 (foto Pixabay)

Il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto nel 2022, ma l’alta inflazione ne ha eroso il valore reale, con maggiore intensità nella seconda metà dell’anno: è quanto si legge nella Relazione annuale sul 2022 di Banca d’Italia, di cui riportiamo alcuni dati riguardanti la situazione economica delle famiglie.

Lo scorso anno il PIL dell’Italia è cresciuto del 3,7%. La dinamica del prodotto – spiega Banca d’Italia – ha beneficiato del miglioramento del quadro sanitario, che ha favorito anche la ripresa dei servizi turistico-ricreativi e dei trasporti. Dal lato della domanda, sono cresciuti i consumi delle famiglie – anche se frenati dall’inflazione, dal calo della fiducia e dall’incertezza acuita dalla guerra in Ucraina – sostenuti anche dai risparmi accumulati durante la pandemia e dal credito al consumo.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 6,2% a valori correnti, ma in termini reali si è ridotto dell’1,2% per effetto dell’alta inflazione. Inoltre la propensione al risparmio è scesa, portandosi alla fine dell’anno su livelli inferiori a quelli precedenti la crisi sanitaria.

Relazione annuale Banca d’Italia, prezzi e costi nel 2022

Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi, nel 2022 – si legge nella Relazione di Banca d’Italia – l’inflazione al consumo ha toccato i livelli massimi dalla metà degli anni ottanta del secolo scorso: ha raggiunto l’8,7% in media d’anno, superando il 12% negli ultimi tre mesi.

In particolare, i rincari dei beni energetici hanno contribuito all’inflazione complessiva, direttamente e indirettamente, per circa due terzi; gli interventi governativi hanno poi attenuato per oltre un punto percentuale la crescita dei prezzi al consumo. Anche l’inflazione di fondo (al netto delle componenti alimentari ed energetiche) è aumentata considerevolmente, al 3,3% in media d’anno: vi hanno inciso sia il graduale trasferimento ai prezzi al dettaglio dei maggiori costi delle materie prime e dei beni intermedi, sia il recupero della domanda.

L’inflazione ha iniziato a scendere nei primi mesi del 2023, in concomitanza con il calo marcato delle quotazioni del gas e del petrolio. La componente di fondo rimane ancora su livelli elevati, ma il forte rallentamento dei prezzi alla produzione dovrebbe favorirne una graduale discesa nei prossimi mesi.


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